Venerdì 13 dicembre, alle ore 21, nella chiesa Collegiata San Giovani Battista di Castelsangiovanni, si terrà la Veglia diocesana di Avvento dei giovani col Vescovo. E’ un appuntamento tradizionale organizzato dal Servizio diocesano per la pastorale giovanile. "Questo momento celebrativo, nel cuore del tempo di Avvento, è l’occasione propizia per raccogliersi in preghiera in attesa del Signore che viene" scrive la diocesi.
Il tema
Come sempre il tema della Veglia è strettamente raccordato al cammino proposto dagli uffici e servizi pastorali della Diocesi. Quest’anno il “titolo” della Veglia è “Custodi del dono”.
La nostra Chiesa diocesana, in questo tempo di Avvento-Natale, ha scelto come tema “Chiesa custode del dono” e, proprio a partire da ciò, il Servizio per la Pastorale giovanile ha scelto come icona biblica l’immagine paolina del corpo (Ef 5; Rom 12). Si tratta di un tema sicuramente complesso e ricco per comprendere meglio la propria appartenenza alla Chiesa.
Essere Chiesa è un dono di fraternità e di amicizia, il luogo in cui si compie, nel Corpo del Signore, la comunione dei fratelli che è pace e riconciliazione.
La Chiesa è la casa dell'accoglienza chiamata a saper custodire per sé e per tutti gli uomini quel dono prezioso che la tiene in vita, che la riprende nei momenti di smarrimento, che la riaccende nella fatica del cammino quotidiano.
L'immagine del corpo richiama a un profondo senso di unità e reciprocità. Azioni che identificano la relazione fraterna che lega tutti i battezzati rendendoli figli del Padre. La Chiesa è il corpo mistico di Cristo, nel senso che la sua presenza la pervade tutta e non si limita a questo tempo, ma anche ai tempi passati in attesa del compimento ultimo. A differenza dell'esperienza che ciascuno di noi fa del proprio corpo come primaria esperienza di limite e finitudine, la Chiesa, corpo di Cristo, spalanca il cuore sull’infinito.
Approfondimenti sul tema nella pagina pagiop.net
Un’immagine
Accompagna l’avvento dei giovani, e quindi anche la Veglia, l’immagine dell’Icaro danzante di Matisse.
Al centro la Parola
Come sempre è accaduto la parte centrale della Veglia è caratterizzata dalla proclamazione della parola di Dio. Alcuni versetti tratti dal prologo di Giovanni saranno il culmine della liturgia della Parola: poche righe cantano il mistero dell'Incarnazione con il linguaggio della poesia. Questa semina lenta diventerà meraviglia il giorno di Natale quando lo stesso brano verrà proclamato a tutta l'assemblea nell’”oggi” del Natale.
Un segno parlante
I gruppi giovanili sono stati invitati, nel percorso di Avvento, a costruire un cero con raffigurata la sagoma dell’Icaro di Matisse. Questi ceri saranno portati alla Veglia e, nei riti iniziali, durante il lucernario, saranno posti in un luogo in prossimità del presbiterio. Questi ceri sono il segno della nostra preghiera vigilante: la luce della preghiera ha un particolare fascino sull'animo umano: la sua danza, la sua fragile esistenza, la sua forza calda e distruttrice sembrano condensare come poche altre cose il mistero di ciascuno di noi: terra e cielo, argilla e soffio fatti uno.
Il Coro
Negli anni si è andato costituendo e via via rafforzando il coro diocesano dei giovani che raccoglie al suo interno cantori e strumentisti da diverse parrocchie della Diocesi. Le serate di prove sono già iniziate e il calendario è su pagiop.net.