Un anno fa, esattamente il 4 dicembre 2012, il PD incoronava Pierluigi Bersani leader del partito, al termine del secondo turno di primarie e del testa a testa con Matteo Renzi. Doveva essere lui, Bersani da Bettola, il nuovo premier ma qualcosa non ha funzionato e le cose non sono andate come ci si aspettava: governo di larghe intese con Letta primo ministro e Guglielmo Epifani che l’ 11 maggio scorso lo ha detronizzato dalla prima poltrona dei democratici.
Oggi, a 365 giorni di distanza, ci si guarda indietro e si racconta in un libro dal titolo eloquente, quei “Giorni bugiardi” che hanno accompagnato questo ultimo periodo della vita politica di Bersani: dalla vittoria delle primarie fino al governo Letta.
A raccontare tormentate vicende dell’ ultimo anno politico, sono stati Stefano Di Traglia, uomo-comunicazione di Bersani e Chiara Geloni, direttore di Youdem TV, nel libro “Giorni bugiardi” che è stato presentato ieri sera a Piacenza, al Teatro dei Filodrammatici.
Presenti, oltre agli autori, lo stesso Bersani e la parlamentare piacentina Paola De Micheli, vicecapogruppo vicario del PD alla Camera, che quei giorni bugiardi li ha vissuti da molto vicino. Lei dice che non era “nella stanza dei bottoni ma in sala d’attesa”, pur tuttavia in una posizione molto ravvicinata che le permette, oggi, ai nostri microfoni, di fare una riflessione ben precisa e di contrassegnare quei momenti con una sola parola: lealtà.
Secondo la De Micheli “è mancata la lealtà di una parte di partito nei confronti di un uomo generoso che ha fatto una buona politica e che ha fatto bene al Partito Democratico. Purtroppo, a volte, la politica sa essere molto crudele”.
E la mente non può che correre all’ elezione del Capo dello Stato con due candidati espressione della sinistra, che sono stati silurati l’ uno dopo l’ altro, a 24 ore di distanza: Franco Marini e Romano Prodi, quest’ultimo annientato dal fuoco amico di 101 franchi tiratori.
Bersani, dal palco dei Filodrammatici, ha analizzato questo e altri aspetti della storia politica italiana di questo ultimo anno e ha evidenziato che l' analisi più giusta è stata fatta dai francesi di “Le Monde” i quali scrissero che “Prodi era stato fatto fuori per affossare Bersani. La cosa era perfettamente inutile – dice l’ ex segretario PD – dato che di lì a tre mesi me ne sarei andato”.
Il resto è storia nota con Napolitano rieletto e con Letta fautore del governo delle larghe intese ma con tutti i temi politici di allora che, secondo Bersani, sono rimasti ancora aperti.
“Bisogna vedere come possano arrivare dei giorni meno bugiardi e più sensati – ha concluso – ed è arrivato il momento di guardare avanti”, gli ingredienti ci sono tutti, anche quella disciplina invocata da Matteo Renzi al quale Bersani risponde all’ emiliana: “Socmel! La disciplina, all’ interno del partito, c’è sempre stata”.