Gas di scarico invade l’abitacolo dell’autobus e l’autista è costretto a fermare la corsa per cambiare mezzo. E’ accaduto questa mattina e a raccontare l’accaduto è lo stesso autista.
“Stamattina ho guidato una camera a gas su 4 ruote – scrive Francesco Marino – Da Mortizza a piazza Cittadella per decisione dei passeggeri che dovevano prendere il treno e altri dovevano per forza essere in città all'ora stabilita, sono stato costretto a guidare con le tre porte aperte tutto il tragitto dalle 6,30 alle 7, perché i gas di scarico nell'abitacolo del bus si accumulavano formando una nube corposa di ossido di carbonio. Dopo la sostituzione del mezzo, passate un paio d'ore ho ripreso a respirare meglio”.
“Mi faccio portavoce – prosegue Marino – di una situazione lavorativa a dir poco squallida e logorante in termini di salute, per noi ‘eroi’ autisti che quotidianamente svolgiamo un servizio pubblico necessario alla cittadinanza e snobbato da tutti gli amministratori locali, purtroppo”.
Una situazione precaria, dunque, che l’autista sintetizza così in un elenco di cose che non vanno:
“Bus vecchissimi che non riescono a finire il turno, sostituiti in corso d'opera ogni giorno; che hanno dei sedili ‘spaccatutto’. E ancora, bus che strattonano al cambio marcia automatico con il rischio di far cadere i passeggeri; bus che appena sfiori il freno inchiodano, anche in questo caso con tutti i rischi del caso per i passeggeri; bus vecchissimi che sono dei frigoriferi. Per 7 ore e 48 minuti di turno è una vera e propria tortura; bus vecchissimi che hanno una pavimentazione divelta, irregolare e bucata; bus praticamente inaccessibili per diversamente abili; bus vecchissimi che hanno le obliteratrici sempre fuori servizio”.
E prosegue: “Nei giorni festivi girano solo i bus vecchissimi e i biglietti la domenica non si fanno, mentre in deposito Seta sono fermi bus efficienti che permettono anche di pagare il biglietto. Ritardi per i passeggeri, mancanza di biglietti, atti vandalici, personale vilipeso, infreddolito e con la schiena a pezzi. Noi autisti continuiamo a esserci, mancano però le parti sociali e le dirigenze. Non è un trasporto pubblico, è una sorta di ‘deportazione’ dell'utenza. Invito i colletti blu a passare una giornata su questi mezzi che ritengono idonei per il servizio all'avanguardia. Chi ha provocato tutto questo?”.