Indagini pericolose e straordinari non pagati: “Lo Stato mi ha abbandonato”

Sandro Chiaravalloti del sindacato di polizia SIAP da voce allo sfogo di un agente della questura di Piacenza che sostiene senza mezzi termini: “Lo Stato lo ha lasciato solo”“Uno sfogo che condivido e che è giusto che venga reso pubblico al fine di comprendere il malessere lavorativo che persiste presso la Questura di Piacenza causa le scelte politiche e Dipartimentali senza dimenticare quelle gestionali e locali  che a mio avviso sono le peggiori” dice Chiaravalloti“Un collega che, dopo aver lavorato ore e ore per raggiungere risultati eccellenti e dopo aver sacrificato l’affetto familiare, si vede decurtare il compenso previsto e parte di questo forse verrà pagato tra un anno o forse due, causa le regole nazionali e causa la mancanza di volontà di risolvere il problema a livello periferico in quanto ne manca a mio parare la capacità”.

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Il 19 novembre il SIAP manifesterà davanti la prefettura di Piacenza per denunciare una politica nazionale sulla questione sicurezza definita “pessima” e, dopo pochi giorni, il solo Siap manifesterà per tutta Piacenza per denunciare quella che il sindacato definisce “incompetenza e incapacità gestionale che perdura da anni e anni”.

 

LA LETTERA DELL’AGENTE DI POLIZIA A SANDRO CHIARAVALLOTI

Caro Sandro

“Lo Stato lo ha lasciato solo”. Questa frase, pronunciata da vari analisti in merito alle motivazioni che hanno portato all’uccisione degli uomini dello Stato Dalla Chiesa, Borsellino e Falcone mi ha negli anni sempre colpito e da Uomo dello Stato mi sono sempre chiesto come questo abbia potuto accadere. Ebbene, oggi, a distanza di anni, anche se l’accostamento a questi Uomini e alla mia persona appare irriguardoso, ho quella percezione, quella di essere rimasto solo, abbandonato da quello Stato che rappresentoDal giorno del mio rientro, 7 settembre a oggi, mi sto dedicando in via esclusiva alle indagini di un evento delittuoso grave , indagini che hanno scoperchiato un mondo sconosciuto a chiunque in questi uffici, un mondo fatto di gente spietata, capace di uccidere per i motivi più abbietti, e di cui non posso entrare nel merito in quanto coperti dal segreto istruttorio.

Posso però dire che sto conducendo una indagine che dal 7 settembre a oggi mi ha “costretto” a fare 242 ore di straordinario, ore che difficilmente mi verranno pagate, e quando dico costretto intendo dire che non ho avuto scelta, data l’elevata mole di lavoro, la complessità dell’indagine e le scadenze giuridiche da rispettare e o scarso appoggio numerico avuto. Di tutto questo sono stati notiziati i miei superiori, dapprima oralmente e dal 7 novembre 2013 in forma scritta.

Il mio gruppo di lavoro è composto oltre ce da me, da un Sovrintendente, quando è libero da precedenti impegni professionali, e 3 agenti di P.G. di cui uno attualmente in c.o.- ferie- , gruppo esiguo rispetto alla mole di incombenze. Ma quando dico di essere stato lasciato solo intendo dire che chi un domani leggerà gli atti di questa indagine, quindi i legali e queste persone spietate e senza il minimo scrupolo, non avrà la coscienza che dietro l’indagine, a supporto del magistrato inquirente, ci sia stato un gruppo di lavoro compatto, ma avrà la percezione (esatta) che tutti gli atti siano stati fatti da un’unica persona, lo scrivente, che ha redatto le informative, ha eseguito le perquisizioni, i sequestri, i pedinamenti, gli accertamenti ha presenziato agli interrogatori ecc ecc, il tutto avvalendosi dell’ausilio del collega di turno.

Non che mi spaventi questa cosa, ma mi disgusta l’assenza di risposte, il lassismo e l’incompetenza che porta i vertici a non comprendere il peso e la caratura dell’indagine che sto eseguendo, e di ciò che il suo esito positivo comporterebbe per questa città, e ritengo tutto ciò una offesa e una mortificazione alla mia persona e alla figura che rappresento, l’Istituzione della Polizia di Stato.

Ciao Sandro e scusa lo sfogo.