Stefano Gentile, parole d’amore e malinconia che incantano il Paese

Io ti ringrazio o dolce mia tristezza. E’ il titolo dell’ultima opera del poeta piacentino Stefano Gentile. L’autore compone poesie da anni, liriche pluripremiate e che da tempo hanno oltrepassato i confini piacentini facendosi conoscere in tutta Italia. Ma dall’anno scorso le parole di Gentile possono contare sul carisma scenografico del famoso attore Luca Toracca: folgorato dalle composizioni del poeta piacentino, Toracca ha deciso di farne un’opera teatrale che ha esordito lo scorso ottobre al teatro Elfo di Milano. Uno spettacolo che ha riscosso enorme successo tanto da essere replicato in vari teatri del capoluogo lombardo per poi approdare perfino a Lecce. E finalmente, il 23 novembre alle 21, lo spettacolo dal titolo “Per amore mi esprimo così’” sarà proposto anche a Piacenza, al Cantiere Simone Weil. Toracca leggerà brani estrapolati da varie raccolte di Gentile tra cui L'età dei sortilegi, Come il mare infinito a me ti doni, La grazia delle rose maledette, Presto vedrai dischiudersi l'aurora e, appunto, l’ultima fatica Io ti ringrazio o dolce mia tristezza.

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“Una raccolta che parla della mia infanzia più remota, con ricordi lontanissimi, spesso nebulosi, che io sviluppo rendendoli scenografici e visionari” spiega Gentile. “Per me la tristezza porta con sé un senso di dolcezza, se è accettata può essere esattamente come una musica malinconica che ci accompagna, quasi cullandoci e accarezzandoci l’udito. La malinconia può avere in sé anche una valenza creativa”.

Tematiche quindi molto intimiste quelle dell’ultima opera, ma in altre collezioni hai anche preso in esame questioni, per così dire, esterne a te stesso, come il degrado morale della società e il declino del mondo moderno.

“Sì, mi rendo conto che è un tema già trattato sotto innumerevoli aspetti e che il rischio è quello di sfondare la classica porta aperta, però io credo fortemente che la poesia, come qualsiasi forma d’arte, debba cercare una sorta di antidoto a questo veleno che intossica il mondo e la società di oggi. E l’antidoto per me è la Bellezza: per me Dio è la Bellezza perché dove non c’è Bellezza c’è la cattiveria, il degrado, l’amarezza, l’abbandono. Una bellezza non tanto dal punto di vista estetico perché non parlo solo della forma, ma anche del contenuto più profondo”.

E questa tematica ben si addice alla tua poesia, soprattutto dopo l’importante apporto teatrale, quindi visivo, introdotto da Luca Toracca…

“Eccome, l’elemento teatrale ha dato un apporto fondamentale alle mie liriche e io non sarò mai grato abbastanza a Luca per quello che sta facendo. Una collaborazione nata, tra l’altro, per un errore! Non conoscevo ancora Toracca e una sera, al termine di un suo spettacolo, decisi di regalargli un libro in segno di stima. La stessa sera, però, avevo promesso alcune mie raccolte ad un'altra persona. Andai in confusione e, morale della favola, consegnai i miei libri a Luca per sbaglio. Una volta che se li trovò tra le mani li lesse e dopo alcuni giorni mi telefonò sostenendo di essere stato ammaliato dalle mie liriche. Da lì nacque la nostra collaborazione. Un errore, il mio, che leggo come un vero segno del destino”.

Un attore famoso e apprezzato che legge le tue poesie portandole in tutta Italia e un pubblico che ogni volta si dichiara commosso ed emozionato dalle tue composizioni…come vivi questo straordinario momento?

“A dire il vero sono incredulo, io mi sono sempre ritenuto un poeta minore, di nicchia, non ho mai pensato che le mie poesie potessero raggiungere un successo così importante. Quando ascolto la gente che viene a complimentarsi con me, penso sempre che abbiano sbagliato persona…” .

 

Ma è lo stesso Luca Toracca a confermare il valore delle poesie di Gentile.

“Mi ha colpito la purezza della parola, il modo in cui parla dell’amore: i termini casti e semplici con cui descrive questo sentimento, dando alle parole significati profondi. E non è un caso che perfino a Lecce lo spettacolo abbia riscosso un successo davvero inaspettato”.

Uno spettacolo che cambia e muta lungo il percorso, un vero e proprio work in progress…

“Sì, lo scorso ottobre ero solo, sul palco, a leggere le poesie di Stefano, quest’anno sarò accompagnato da una bravissima attrice, Sara Falconieri, perché ho ritenuto l’aggiunta di una voce femminile fondamentale per valorizzare ancora di più le liriche”.

Per un attore di lunga data come lei, cosa ha significato immergersi nelle poesie di Gentile?

“Io faccio teatro da molti anni quindi non posso parlare di un’avventura del tutto nuova, d’altra parte il mio mestiere consiste nel vestire i panni di personaggi spesso dal carattere opposto. Però, se da un lato sono abituato a cambiare veste, ciò che non deve cambiare è la capacità di esprimere emozioni instillandole anche nell’animo di chi mi ascolta. Io non sarò mai un ‘impiegato del palcoscenico’, per me la passione è tutto”.