Svaso delle dighe di Mignano e Molato, strage di pesci e rischi per la salute

Lo svaso è un'operazione che consiste nel prosciugare una diga allo scopo di pulirla. Nel corso del tempo, infatti, sui fondali delle dighe si accumula uno spesso strato fangoso che, come è facile immaginare, costituisce un inevitabile restringimento del volume della diga stessa. Per evitare che nel corso degli anni la diga diventi un accumulo di fango è dunque necessario lasciar scorrere, ogni tanto, le acque per svuotare la diga e poter così pulire i fondali. Ma le acque delle dighe e dei fiumi interessati sono colme di pesci e per tutelare la loro salute vi sono delle modalità di lavoro che vanno rispettate. Sia chiaro, l'operazione di svaso non sarà mai del tutto innocua ed è inevitabile che qualche esemplare ittico non sopravviva ai lavori, ma durante lo svaso della diga del Mignano di martedì 29 ottobre e quello della diga del Molato avvenuto il 5 novembre scorso qualcosa è andato storto. Lo spiegano gli attivisti di Legambiente tra cui Wainer Mazzoni di Fipsas Piacenza. Mazzoni, come sempre quando viene praticato uno svaso, era presente insieme ad altri volontari per recuperare il maggior numero di pesci possibile e salvare la maggior quantità possibile di esemplari. "Ma questa volta abbiamo potuto fare davvero poco" racconta. "L'ondata di acqua mista a fango ha ucciso una quantità impressionante di pesci: ad un certo punto ci siamo trovati a camminare su un macabro tappeto di animali morti".

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Dalle specie più pregiate a quelle più semplici e comuni, si parla di tonnellate di animali seppelliti dal fango. Uno scempio che secondo gli ambientalisti è frutto di due operazioni di svaso ugualmente fallimentari. La diga del Molato viene ripulita ogni quattro anni, quella di Mignano ogni anno, e Mazzoni è sempre stato presente. Cos'è cambiato rispetto agli svasi del passato? Quale errore è stato commesso? "Le probabili spiegazioni sono due: innanzitutto il livello delle acque era troppo basso, motivo per cui, al momento di farle scorrere, si è venuto a creare un fiume composto per la maggior parte da fango, diluito in una quantità d'acqua troppo esigua. Inoltre gli operatori hanno fatto scorrere le acque della diga ad una velocità troppo alta. La velocità eccessiva e l'abbondante presenza di fango hanno dato vita ad una violenta ondata di terra che ha soffocato miliardi di pesci, alcuni appartenenti anche a specie protette". Ma il dramma non riguarda solo la fauna: "Dobbiamo considerare i danni riportati dall'ambiente, causati dalla quantità di fango che ha inondato gli argini e le zone limitrofe ai fiumi. E poi non dimentichiamo i pericoli per la salute pubblica: i torrenti Arda e Tidone sono ora colmi di pesce morto in quantità impressionante, pesce che è ancora lì e che vi rimarrà ancora per molto tempo. Ma l'Arda e il Tidone vanno ad alimentare anche gli acquedotti che riforniscono gli insediamenti umani". Per questo Legambiente ha chiesto ufficialmente ad Arpa, Provincia, Regione e Polizia Forestale di verificare e monitorare la situazione. Gli ambientalisti puntano poi il dito contro il Consorzio di Bonifica che ha gestito le operazioni di svaso e chiede che si renda conto di eventuali errori commessi.