Luca De Filippo in “La Grande Magia” di Eduardo De Filippo

Con l’atteso ritorno a Piacenza di Luca De Filippo con la sua compagnia, si inaugura la Stagione di Prosa 2013/2014 “Tre per Te” del Teatro Municipale di Piacenza, l’undicesima organizzata da Teatro Gioco Vita con la direzione artistica di Diego Maj. Appuntamento martedì 5 e mercoledì 6 novembre alle ore 21 con “La Grande Magia” di Eduardo De Filippo, regia di Luca De Filippo, lo spettacolo inserito nel cartellone prosa della Stagione proposta dal Teatro Stabile di Innovazione con la Fondazione Teatri, il Comune di Piacenza – Assessorato alla Cultura e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, Cariparma, Iren.

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L’atteso ritorno di Luca De Filippo inaugura anche l’undicesima edizione di “Ditelo all’attore”,  il ciclo di incontri con i protagonisti della Stagione di Prosa del Teatro Municipale di Piacenza curato da Enrico Marcotti e organizzato da Teatro Gioco Vita e Associazione Amici del Teatro Gioco Vita con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano nell’ambito del programma “Informazione Teatrale”.

Luca De Filippo, regista e interprete dello spettacolo “La Grande Magia”, che vede in scena una nutrita compagnia di attori tra cui Massimo De Matteo, Nicola Di Pinto e Carolina Rosi, incontrerà il pubblico di Piacenza mercoledì 6 novembre alle ore 17.30 al Teatro Comunale Filodrammatici. Intervistato dal giornalista e critico teatrale Enrico Marcotti, svelerà i “segreti” dello spettacolo e del suo lavoro in teatro.  L’ingresso è gratuito.

“La Grande Magia” è in cartellone al Teatro Municipale il 5 e 6 novembre. Luca De Filippo è già stato ospite di Teatro Gioco Vita nel cartellone della Stagione di Prosa “Tre per Te” nel novembre 2011 con “Le bugie con le gambe lunghe”, nel febbraio 2010 con “Filumena Marturano”, nel febbraio 2008 con “Le voci di dentro” e nel novembre 2005 con “Napoli Milionaria!”

Continuando il lavoro di approfondimento sulla drammaturgia di Eduardo del primo dopoguerra, la Compagnia di Teatro di Luca De Filippo propone la commedia tra le meno rappresentate del grande drammaturgo napoletano, messa in scena solo dalla stesso Eduardo con la sua compagnia e poi da Giorgio  Strehler con il Piccolo Teatro di Milano dal 1985. In scena in questa edizione, che ha debuttato nell’ottobre 2012, una numerosa compagnia capitanata dallo stesso Luca De Filippo e tra cui figurano Massimo De Matteo, Nicola Di Pinto e Carolina Rosi. Le scene e i costumi sono di Raimonda Gaetani, le luci di Stefano Stacchini.

A chi gli chiedeva cosa avesse voluto dire con “La Grande Magia”, Eduardo rispondeva che aveva voluto significare che “la vita è un gioco, e questo gioco ha bisogno di essere sorretto dall’illusione, la quale a sua volta deve essere alimentata dalla fede… Ogni destino è legato ad altri destini in un gran gioco eterno del quale non ci è dato scorgere se non particolari irrilevanti” (Il Dramma, marzo 1950).

Il tema sostanziale de “La Grande Magia” è il rapporto tra realtà, vita e illusione: il Professor Otto Marvuglia fa “sparire” durante uno spettacolo di magia la moglie di Calogero Di Spelta per consentirle di fuggire con l’amante, e fa poi credere al marito che potrà ritrovarla solo se aprirà con totale fiducia nella fedeltà di lei la scatola in cui sostiene sia rinchiu¬sa. Alla fine la donna ritorna pentita, ma il marito si rifiuta di riconoscerla, preferendo restare ancorato all’illu¬sione di una moglie fedele custodita nell’inseparabile scatola. Ove si consideri il periodo di scrittura e prima messa in scena del testo, tra il 1947 e il 1950, va rilevata la sua modalità coraggiosamente sperimentale, con numerosissimi riferimenti metateatrali: Eduardo parla in modo preciso del rapporto tra il mondo del teatro e quello degli spettatori e dei confini, invisibili ma invalicabili, tra queste due realtà complementari. Ma parla forse anche della crisi di un autore che aveva creduto di trovare la propria funzione negli anni difficili ma pieni di speranza e di entusiasmo del primo dopoguerra e si accorge che il mondo – cieco e sordo – preferisce non guardare in faccia la realtà: in particolare il teatro è considerato un’arte accessoria, non uno strumento di allerta ma solo un tranquillizzante gioco di illusione.

Così il protagonista Otto Marvuglia “professore di scienze occulte, celebre illusionista” – come recita la locandina prima del testo – fa sì tornare alla mente la figura di Sik Sik “artefice magico” ma con ben altre scaltrezze e capacità di manipolare: e tutto diviene più inquietante.