Paul Polansky presenterà il suo nuovo lavoro HOMELESS il 5 Novembre 2013 alle ore 20,30 a Piacenza al Cantiere Simone Weil. Raccolta di poesie e testimonianze sulla questione dei senza tetto e della vita per strada che sta dilagando anche qui in Italia. La vendita dei libri sarà devoluta in beneficenza.
Le sue poesie sono il frutto dell’elaborazione di un lavoro di ricerca tra gli ultimi della terra. Inoltre, in un’era in cui il linguaggio diventa preda dei mass media e viene frammentato dalla mercificazione, Polansky ricorre ad una lingua ancora non del tutto contaminata, quella dei senzatetto, che si separa volutamente dal contesto sociale, e ha in sé un profondo senso di ribellione e di sfida che sono elementi del conflitto “Sistema vs Ultimi”.
Si potrebbe azzardare dicendo che siamo di fronte ad un’invenzione, un nuovo stile letterario una poesia che fa breccia perché fatta non solo di parole ma di vita, di testimonianza umana.
Il poeta che intreccia la sua vita con quella degli ultimi della terra è dotato di un grande senso di empatia.
Alcuni vagabondi prima di essere intervistati da Polansky non si erano mai confidati con nessuno.
E’ proprio il “virus” dell’empatia “ che ha fatto diventare Polansky uno dei più strenui difensori dei diritti umani a livello globale.
Egli come un cavallo di Troia si insinua nelle pieghe delle istituzioni internazionali scatenando contro il potere una guerriglia sia fisica che mediatica.
Il riferimento qui è alle sue lotte in difesa dei diritti degli zingari.
Le poesie sui senzatetto di Polansky, si rivelano speculari a quelle da lui scritte sulle popolazioni rom.
I senzatetto che paradossalmente preferiscono per qualche notte il letto di una cella alla strada, ricordano i rom deportati che si augurano, per puro paradosso, di finire ad Auschwitz piuttosto che nel malfamato campo di concentramento di Lety.
I temi del lavoro si intrecciano con i temi della strada che spesso costituisce la logica conclusione di un percorso difficoltoso e pieno di contraddizioni.
Leggendo queste poesie sui vagabondi emergono riflessioni quasi filosofiche quali la gestione del tempo o la critica del denaro.
Le sue opere spaziano dalla narrativa alla poesia, inizia a scrivere romanzi per poi approdare, a 50 anni, alla poesia impegnata. Polansky è sicuramente il poeta più coinvolto, a livello globale, nella difesa dei diritti umani delle popolazioni Rom, vittime dell'olocausto.
Polansky non si pone il problema di verseggiare per rispettare certe regole dell'accademia, né d'altra parte potrebbe farlo, tanto impellente è la necessità di raccontare. Per una volta la liricità non ha bisogno di lacci e lacciuoli.
La poesia di Polansky è la prova che fuori dal carcere delle strutture linguistiche esistono mille altri modi di fare poesia. Il risultato è che riesce a trasmettere emozioni fortissime; in ogni parola, in ogni immagine, si sente l'odore dell'indigenza, della violenza, della guerra.
Poesia per i senzatetto
Cani di strada
arrivano ancora in città,
in treno,
o facendo l'autostop.
Se ne infischiano
se impiegano
venti giorni
per spostarsi
dalla Florida
all'Iowa.
Non hanno mai
fretta di arrivare
da nessuna parte.
Sanno bene
che la loro casa
ora è la strada.
Ciò che non sanno
è dove saranno
sepolti.