Il coordinamento delle associazioni ambientaliste ed animaliste della Provincia di Piacenza, di cui fanno parte Wwf, Legambiente, Lav, Arca di Noè, Lega nazionale della difesa del cane, Oipa, Leal di Cortemaggiore e Piacenza, Micio bau, Qua la zampa, Senza catene, Micioamico, Asilo del cane, Gatti nel cuore, Amici del cane, ha promosso una petizione sia on-line che cartacea per chiedere alla provincia di Piacenza di revocare la delibera n. 194 del 27/09/13 che ha disposto l’abbattimento per cinque anni del 60% delle volpi presenti sul territorio provinciale, pari per l’anno 2013/14 a 239 volpi.
Per dar forza all'iniziativa è stato aperto un sito www.salviamolevolpi.weebly.com dove è possibile firmare la petizione on-line, scaricarla e copiare una lettera di protesta da inviare via e mail al Presidente della Provincia di Piacenza ed all'assessore alla caccia Ghilardelli ed all'ambiente Barbieri, .
Su Facebook è stato aperta la pagina Fermiamo la caccia alle 239 volpi da parte della Provincia di Piacenza"
I prossimi banchetti dove firmare la petizione cartacea si terranno il 2 novembre in via xx Settembre ,OVS, il 09 Novembre ed il 23 novembre sotto i portici del palazzo Ina e sabato 16\11 in via XX Settembre, altezza OVS, dalle ore 09,00 alle 18,00.
Molte attività commerciali a Piacenza e Provincia stanno aderendo all raccolta firme ed il loro elenco è possibile trovarlo sul sito.
PERCHE' SI OPPONGONO:
Le ragioni che hanno spinto le associazioni facenti parte del coordinamento a promuovere la petizione on-line e cartacea per chiedere la revoca della delibera sono molteplici:
i piani di controllo sono previsti dalla normativa nazionale e regionale vigente, ma solo quale extrema ratio, da utilizzare solo qualora i metodi ecologici preventivi che risparmiano la vita agli animali si siano rivelati inefficaci, mentre la provincia vi ricorre sistematicamente da anni, senza subordinarli all’applicazione dei metodi ecologici, prolungando in questo modo di fatto la stagione venatoria ad uso del mondo venatorio;
- le volpi sono cacciate ordinariamente durante la stagione venatoria, e nell’ambito di questa dal 25/11 al 31/01 anche a squadre, che motivo c'è di cacciarle ulteriormente con il piano di controllo, in aree interdette alla caccia (zrp, aree di rispetto e rifugio) con grave disturbo per gli altri animali e pericolo di bracconaggio;
- il piano faunistico venatorio della provincia di Piacenza valuta il piano di controllo generalizzato alla volpe privo di giustificazione gestionale in quanto è noto che gli animali uccisi sono compensati da nuove nascite senza modificazione significativa del numero di esemplari presenti, nonostante questo si decide di abbatterle.
- Imputare all’eccessiva presenza della volpe l’impossibilità dello stabilirsi sul territorio provinciale di popolazioni di fagiani, starne, pernici rosse, e la diminuzione del numero di lepri, è una operazione strumentale e assolutamente fuorviante perché è ben noto che la riduzione degli habitat naturali, l’agricoltura, intensiva, l’eccessivo prelievo venatorio, e gli innaturali ripopolamenti a scopo venatorio sono la vera ragione del declino di queste specie e che solo una politica gestionale seria ed efficace attuata attraverso i miglioramenti ambientali e gli ambientamenti potrà invertire questa tendenza, non sicuramente l’accanirsi, inutilmente, contro i loro predatori naturali. Lo stesso Piano faunistico provinciale dichiara che nella dieta della volpe solo circa il 10% del volume è composto da selvaggina, mentre in realtà esplica un importante ruolo di contenimento di piccoli mammiferi quali arvicole e topi, considerati nocivi per l'agricoltura.
- Per quanto riguarda il danno causato agli animali da bassa corte, ricordiamo che è la prevenzione la risposta più efficace, recinti ben costruiti e ricoveri notturni sono sufficienti a salvaguardarli e che dal 1997 la Provincia attua piani di controllo alla volpe per tutelare gli animali delle aziende agricole. Non è credibile che in un così lungo periodo di tempo non si sia riusciti ad installare recinti idonei e ricoveri notturni per evitarne la predazione.
Le giustificazioni usate nella delibera per l'uccisione delle volpi nascondono in realtà il fatto che questi animali sono considerati " nocivi" perche predando fagiani, lepri e pernici che il mondo venatorio uccide per il proprio divertimento o passione, di fatto diventano pericolosi competitori da eliminare.
METODI DI CACCIA INACCETTABILI
Infine, ma non meno importante, contestiamo i metodi previsti dalla delibera per operare l’uccisione di questi animali, la caccia nottura, pericolosa e assolutamente non necessaria, la caccia in squadra fino a 10 operatori e 4 cani, che crea disturbo alle fauna nelle aree protette, l’uso delle trappole a cassetta da controllare fuori dalla stagione estiva una sola volta all’alba, con il deprecabile effetto che qualsiasi animale catturato potrebbe rimanervi intrappolato fino a 24 ore, la caccia in tana che adottata in altre realtà provinciali, recentemente Prato e Siena, ha causato una forte mobilitazione nazionale e raccapriccio per una forma di caccia cruenta, che non lascia scampo ai cuccioli, braccati direttamente nelle tane, obbligando le province a stralciare dalle delibere questa inaccettabile modalità di contenimento.
A tutto questo ed al concetto assurdo che ogni animale che non porta reddito o che possa predare specie cacciabili sia da eliminare perché inutile, le associazioni si oppongono con forza, chiedendo che la provincia revochi immediatamente la delibera presa e che, di concerto con le associazioni ambientaliste presenti sul territorio provinciale, intraprenda un percorso corretto ed efficace dal punto di vista gestionale al fine di creare delle popolazione autoctone di starne, fagiani, pernici rosse e aumentare il numero di lepri senza detrimento per le altre specie, come le volpi, attualmente viste dai cacciatori come concorrenti e pertanto da eliminare.