Il governo Letta non ha abolito l'Imu, le ha semplicemente cambiato nome. Questo il nucleo della denuncia espressa questa mattina in conferenza dai consiglieri Tommaso Foti (FdI) e Massimo Polledri (Lega Nord) che guardano con preoccupazione agli effetti negativi che il disegno di legge sulla stabilità produrrebbe sul territorio locale. “Una vera e propria stangata sul mattone”- come l'ha definita Polledri – che prevede l'introduzione congiunta della Tasi (la nuova tassa sulla prima casa) e dell'Irpef sulle case non affittate. “Piacenza è una città risparmiosa con una proprietà della casa diffusa. L'Imu, per la cui abolizione ci eravamo battuti è stata in pratica reintrodotta” – commenta Foti che aggiunge: “Un salasso con l'aggravante: l'aumento del 30% dell'imposizione fiscale e l'introduzione dell'Irpef sulle case affittate. Una scelta miope che non tiene conto delle difficoltà per i proprietari di mettere a norma le abitazioni, vista la quantità di certificazioni richieste”.
Dure le critiche, dati alla mano, anche alla mancata rivalutazione delle pensioni: per fare un esempio, chi percepisce ad oggi una pensione lorda di 1600 euro si ritroverà nell'arco di un triennio con 1140 euro in meno nel portafoglio. Senza contare la riduzione del 18% delle detrazioni previste per spese mediche, sportive e interessi sui mutui e l'introduzione dell'imposta di bollo sull'invio di documenti telematici da e verso le amministrazioni pubbliche. Per Foti “un vero e proprio attacco alle famiglie”.