"Fascisti di Piacenza venite fuori adesso ve lo facciamo noi un bel processo". "Le sedi dei fascisti si chiudono col fuoco, ma coi fascisti dentro se no è troppo poco". "Il 25 aprile ce l'ha insegnato, uccidere un fascista non è reato".
Sono solo alcuni degli slogan, decisamente coloriti e dal sapore di un'epoca per fortuna abbastanza lontana, cantati al megafono da una cinquantina di giovani del NAP, il network antagonista piacentino, all'ombra di bandiere rosse sventolate sotto la Lupa, in piazzale Roma.
L'occasione è l'arrivo in città di Roberto Fiore, leader del movimento di estrema destra Forza Nuova. Fiore è all'Euro hotel per un convegno dedicato alla crisi con il particolare focus sul cosiddetto ius soli e l'omosessualità. Un'abbinamento di temi che ha fatto imbufalire, se possibile, ancora di più i collettivi della sinistra più radicale piacentina che oggi erano insieme ad alcuni rappresentanti dei Cobas e ad un piccolo manipolo di immigrati. Tutti uniti per gridare "vattene" a Roberto Fiore, "simbolo fascista in una città come Piacenza, antifascista per eccellenza, medaglia d'oro alla Resistenza" come ha sottolineato al megafono Alessandro Ferrari sostenuto dal consigliere comunale di Rifondazione comunista Carlo Pallavicini.
Nessun disordine comunque