Presentata in mattinata, presso la sala del Consiglio comunale in Municipio, la cena di beneficenza organizzata, come evento speciale, nell’ambito dell’edizione 2013 de “I giorni di Pulcheria” in programma per l'11 novembre alle 20.30 al Barino di piazza Cavalli. Sette chef donna si confronteranno su ricette famose dei colleghi maschi ma riadattandole con la loro particolare sensibilità.
Cena di beneficenza
La creatività femminile in tavola
Carla Aradelli (Riva di Riva di Pontedell'Olio), Betty Bertuzzi (Caffé Grande di Rivergaro), Claudia ed Emanuela Cattivelli (Antica Trattoria da Cattivelli di Isola Serafini), Patrizia Dadomo (La fiaschetteria di Besenzone), Isa Mazzocchi (La Palta di Bilegno): le chef piacentine che rappresentano l'assoluta eccellenza, di nuovo riunite per una esclusiva cena di beneficenza nel cuore di Piacenza.
Ciascuna chef esprimerà la propria creatività proponendo la sua versione – personale e rielaborata "al femminile" – di piatti creati da grandi chef uomini.
Con loro cinque eccellenti vignaiole piacentine presentano ciascuna un vino svelandone i segreti dalla vigna alla cantina: Andreana Burgazzi (Az. Agricola Baraccone), Laura Cardinali (Az. vitivinicola Cardinali), Lodovica Lusenti (Az. vitivinicola Lusenti), Giulia Nicoletti (Az. agricola Uccellaia), Elena Pantaleoni (Az. vinicola La Stoppa).
Acqua minerale dell'Alta Val Trebbia (Alta Valle – Roberta Marazzi).
Il servizio dei vini sarà curato dalle sommelier della F.I.S.A.R. Delegazione Piacenza guidata da Elena Nicoletti e Alberta Tiramani.
Ad arricchire la serata la mostra personale di Paola Foppiani, la scultrice piacentina che, in esclusiva, espone le sue burrose donne di terracotta come preziosi "centritavola".
Per promuovere la beneficenza, Paola Foppiani donerà inoltre ad un fortunato commensale una sua scultura.
Presenta la serata Nicoletta Bracchi (direttrice di Telelibertà) insieme a Giorgio Lambri (giornalista di Libertà).
Ospite d'onore della serata Filippo Chiappini Dattilo (Antica Osteria del Teatro).
Il ricavato sarà devoluto all’Associazione Porta sul Mondo – Centro Migranti Scalabrini
Info e prenotazioni presso Il Barino (piazza Cavalli) e mail: cune973@yahoo.it – tel. 380 9097399 (dalle ore 14.30 alle 22.30)
LE PROTAGONISTE
Le chef
Isa Mazzocchi, diplomata alla scuola alberghiera di Salsomaggiore, ha lavorato per due anni con lo chef George Cogny, a soli 18 anni ha rappresentato l'Italia al concorso per giovani commis di cucina promosso dalla chaine des rotisseurs a Nizza, classificandosi terza con la medaglia di bronzo. Progetta quindi il ristorante La Palta a Bilegno e intanto segue stage formativi con gli chef Paolo Vai, Mary Barale, Gianfranco Vissani, Gualtiero Marchesi, Filippo Chiappini Dattilo, Herber Hinter e si perfeziona seguendo corsi presso l'Ecole du chocolat a Tain l'Hermitage e presso L'Etoile a Chioggia. Beppe Severgnini le dedica una pagina del Corriere della Sera definendola la "chef dall'equilibrio morbido", la guida del Sole 24 Ore e la guida di Paolo Marchi la classificano come "Emergente per l'Emilia", l'Espresso la inserisce tra le dieci migliori chef donna, in The best femal chefs è classificata tra le migliori dieci cuoche del nord Italia. E' stata protagonista di Cucine d'Italia al Gambero Rosso Channel, collabora con la Scuola di Alma, è relatrice ad Alpe Adria Cooking, ha tenuto seminari alla Facoltà di Scienze della Gastronomia dell'Università di Parma, è relatrice ad Enologica. Fa parte del'Associazione dell'Emilia Romagna "Chef to chef" La Michelin 2010 le assegna due forchette, il gambero Rosso 2010 le assegna due forchette, l'Espresso 2010 le assegna 15,5 su 20, Veronelli 2010 due stelle. Nel 2012 la Guida Michelin riconosce al suo ristorante l'ambitissima stella.
Betty Bertuzzi, dopo il diploma inizia a collaborare a tempo pieno con i genitori nel Ristorante di famiglia Ristorante che appartiene alla famiglia Bertuzzi dal 1875. Frequenta la scuola del maestro George Cogny quindi uno stage all’Antica Osteria del Teatro con lo Chef Filippo Chiappini Dattilo a cui seguyono negli anni successivi vari corsi di perfezionamento. Nel 1990 insieme al fratello Fabrizio decide di rilevare l’attività dei genitori, ristruttura il locale e inizia la nuova avventura. Il lavoro di Betty Bertuzzi è quello di personalizzare le ricette della tradizione famigliare attraverso tecniche più attuali di cucina insieme al costante utilizzo di prodotti del territorio piacentino e il rispetto assoluto della stagionalità delle materie prime.
Carla Aradelli, fin da piccola influenzata dai nonni che gestiscono una locanda e una azienda agricola a Montesanto, conosce la natura, i prodotti della terra e dell'allevamento, il loro uso e la loro trasformazione ,e lei sperimenta in modo giocoso (tipico dei bambini) muovendo i suoi primi passi in cucina con Vincenza (la cuoca) , la mamma Mariuccia e nonna Teresa. A 17 anni l'incontro con un grande maestro di fama nazionale, Georges Cogny. Da qui comincia la continua ricerca, la conoscenza più approfondita di un mestiere che sente ormai suo. Il Ristorante Riva apre nel 1987 come bar trattoria con annessa tabaccheria e negozio di alimentari: la trasformazione avviene piano piano con l'aiuto del marito; nel 1995 entra in un gruppo prestigioso i Jeunes Restaurateurs d'Europe il cui motto è “talento e passione”. Nel 1997 la giuda Michelin la premia con l'ambita stella mentre le altre guide le riconoscono sempre una cucina equilibrata, moderatamente creativa preoccupata di proporre qualità più che di sorprendere e con grande rispetto della stagionalità.
Patrizia Dadomo chef per tradizione e passione, dopo il diploma inizia a lavorare nella trattoria che la suafamiglia gestisce da quattro generazioni e nella quale già collaborava da studentessa. Nel 1989, assieme al marito Gianni, decide di rilevare una trattoria storica per gli abitanti della bassa piacentina, La Verdiana a S. Agata di Villanova, il primo laboratorio per diversificare la sua cucina che sino a quel momento era stata nel solco della più solida tradizione. Nasce nel 1989 il ristorante La Fiaschetteria a Bersano di Besenzone, che in vent’anni a regalato a Patrizia molte soddisfazioni tra cui nel 1996 spicca l’ambito riconoscimento della stella da parte della guida Michelin, tuttora confermata. Patrizia è chef totalmente autodidatta, motivo di ulteriore soddisfazione, dal momento in cui, tanti ragazzi freschi di scuole alberghiere chiedono di poter andare da lei ad imparare.
Emanuela e Claudia Cattivelli, dopo il diploma iniziano a lavorare nella trattoria di famiglia a tempo pieno, al fianco della mamma Cesira. Chef autodidatte, consapevoli del duro lavoro a cui vanno incontro, scoprono un legame speciale per la terra in cui sono nate: la bassa piacentina. Il grande fiume, il territorio, i suoi prodotti e la filosofia della semplicità sono da sempre il filo conduttore delle loro ricette nel rispetto delle antiche tradizioni culinarie. La ricerca della materia prima d’eccellenza del territorio è maniacale. I loro fornitori sono i produttori agricoli e gli allevatori della “Bassa”. Il rapporto umano è il loro segreto. Il risultato sono i piatti che vengono elaborati con passione, con rispetto, creando un legame profondo con la terra, con la gente, con la realtà, con i territori.
Le viticoltrici e le loro aziende
L'azienda agricola L'Uccellaia si trova sui colli della Val Nure una delle più integre dal punto di vista naturalistico e si estende per quindici ettari otto dei quali coltivati a vigneto e sette immersi in boschi di castagni, di querce e di robinie che la nascondono e la proteggono. Incuneata fra la Val Trebbia ad Ovest e la Val D’Arda ad Est, la zona di produzione delle uve e’ circoscritta tra un’altitudine compresa fra i 200 e i 350 metri. Per Enrica Nicoletti e le sue figlie, che oggi conducono l'azienda, i buoni vini si fanno nella vigna, per questo ritengono fondamentale la coltivazione del vigneto con il metodo biologico: per produrre uve che prendano dalla terra, dall’ambiente e dal sole i profumi e i sapori che si troveranno nel vino. Il sistema di allevamento e il sesto di impianto, nella coltivazione biologica sono scelti in funzione del microclima della zona. Una scelta impegnativa a cui si è giunti convincendo chi lavorava nei vigneti a rinunciare ai diserbanti che facilitano il lavoro tra i filari, a evitare i prodotti antiparassitari di sintesi che offrono copertura dalle malattie che attaccano la vite in caso di pioggia e a bandire i prodotti fertilizzanti chimici, comportando quindi maggior impegno e minori risultati economici ma grandi soddisfazioni. Ad oggi l'azienda produce quattro vini – due Rossi, un Rosato e, ultimo nato, uno Spumante brut – che hanno una storia “personale”, legata al luogo, al clima, alle stagioni, alla sensibilità e agli stati d’animo di coloro che lavorano in questa piccola e preziosa realtà. Le etichette sono realizzate da Italo Lupi.
L’azienda agricola Baraccone, situata nel comune di Ponte dell'Olio, occupa il colmo di una collina i cui versanti sono ingentiliti dai vigneti affacciati sulla pianura. Si tratta di una piccola azienda dotata di 10 gli ettari di vigna in produzione, destinati ad aumentare gradualmente nei prossimi anni. Le uve coltivate sono prevalentemente quelle locali ossia Barbera, Croatina e Malvasia aromatica di Candia, varietà in cui l'azienda crede e che da sempre promuove producendo vini espressione della tradizione e del territorio.
L’azienda agricola Cardinali, di soli 8 ettari acquistati all’inizio degli anni Settanta, è collocata sulle prime coste di Castell’Arquato. Il terreno altamente vocato, l’esposizione dei dolci pendii da mattina a sera e il suo particolare microclima, contribuiscono, unitamente ad una costante ricerca tesa al miglioramento del prodotto, a rendere queste vigne ideali per una viticoltura di qualità.
Fin dalle origini l'azienda continua a dare importanza prevalente ai vitigni storici presenti sulla collina: barbera, bonarda, malvasia di Candia aromatica e sauvignon ai quali si affiancano cabernet sauvignon e moscato. Dal 1997 incentra la filosofia di produzione privilegiando la naturalezza delle uve. Raccogliendo solo ed esclusivamente uve sane, in cantina continuiamo con la stessa filosofia: accompagnamo la trasformazione dell’uva in vino e la maturazione del vino solo con l’ausilio della temperatura
L'Azienda Vitivinicola Lusenti è a Ziano P.no, in Località Case Piccioni dove si estende per 17 ettari tutti a vigneto, allevati a Guyot, a un’altezza che varia dai 250 m. ai 300 m. slm. L'azienda è gestita da Giuseppe Ferri, insieme alla moglie Lodovica Lusenti dall’inizio degli anni ’90 l’azienda, ereditata dai genitori da sempre contadini viticoltori. Coltiva principalmente solo vitigni autoctoni o del territorio, Bonarda, Barbera, Malvasia di Candia Aromatica, Ortrugo. Le uve che produce vengono trasformate in varie tipologie di vino, la maggior parte viene imbottigliato. L’impostazione a carattere familiare dell’azienda permette di seguire personalmente tutte le fasi di lavorazione sia nel vigneto che in cantina, cercando di rispettare al massimo il ciclo naturale dell’ambiente e del vino, con un incremento sempre maggiore di pratiche naturali. L’azienda da anni aderisce ad un progetto di lotta integrata avanzata e dal 2010 ha iniziato un percorso di riconversione al biologico certificato.
L'azienda vitivinicola La Stoppa con i suoi vigneti si arrampica sui declivi della val Trebbiola, non lontano dal fiume Trebbia. L'azienda si estende su 58 ettari, 28 destinati a boschi e querce, castagni e robinie e 30 a vigna, tutti accorpati e dominati da una torre medievale. Più di cento anni fa, il proprietario vi piantò viti francesi e produsse vini dai nomi curiosi perché italianizzati: Bordò, Bordò bianco e Pinò. Nel 1973 La Stoppa fu acquistata dalla famiglia Pantaleoni, che in poco tempo razionalizzò gli impianti e rinnovò la cantina. Oggi l'azienda è condotta da Elena Pantaleoni, che insieme a Giulio Armani ha voluto che i maggiori investimenti fossero destinati alla vigna, gestita secondo il metodo biologico e certificato dall'Ente Suolo e Salute. Le basse rese naturali, dovute all'età media delle viti e al terreno povero, e la qualità intrinseca dei grappoli permettono di ricavare vini assai caratterizzati, nati in vigna e non traditi da un eccessivo lavoro in cantina. Oggi alla Stoppa si producono poche etichette, alcune legate alle uve autoctone, la Malvasia di Candia Aromatica, la Barbera e la Bonarda, altre a vitigni storicamente presenti come il Cabernet Sauvignon, il Merlot e il Semillon.
La produttrice di acqua
L’acqua minerale AltaValle del Trebbia nasce nell’unica fonte di acqua minerale presente in Alta Valtrebbia, nel comune di Rovegno e sgorga naturalmente a 750 metri, all’interno di un’“area di rispetto” ricca di vegetazione e priva di insediamenti industriali e unità abitative.
L’alta Valtrebbia è caratterizzata da un ambiente naturale ancora incontaminato, tanto che la Trebbia è uno dei pochi fiumi in Italia ad avere un tasso di inquinamento pressoché nullo.
L’acqua minerale AltaValle rispetta l’ambiente, fa poca strada per raggiungere la tavola dei consumatori (l’impatto ambientale e le emissioni di CO2 in atmosfera sono ridotte), è un’acqua oligominerale molto equilibrata, con un basso contenuto di sodio e che fornisce il corretto apporto di sali minerali (valutazione Università Cattolica).
Le somelier della F.IS.A.R. Delegazione Piacenza
Nata nel 1975 ad opera di “appassionati” cultori dell’enogastronomia piacentina, la FISAR (“Federazione Italiana Sommelier, Albergatori, Ristoratori”) Delegazione di Piacenza svolge, fin dalla sua costituzione, attività culturali, didattiche ed editoriali portando un grande contributo alla divulgazione della conoscenza dei vini piacentini, non solo in Italia ma anche all’estero, collaborando con Enti locali, Scuole, Associazioni, Istituti e Sodalizi legati alla “cultura della Piacentinità.
La Fisar Delegazione Piacenza è coordinata da due somelier donne: Elena Nicoletti e Alberta Tiramani che, insieme alle giovani somelier della loro associazione, collaborano con professionalità e passione alla cena di Pulcheria.
La scultrice Paola Foppiani
Paola Foppiani, figlia del pittore surrealista Gustavo, vive e lavora a Piacenza. Vanta, dal 1999 ad oggi, mostre personali a Piacenza, Milano, Roma, Bologna, Cremona, Firenze, Positano, Capri, Saint Paul de Vence, Parigi. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni private italiane ed europee.
"Paola Foppiani sorprende e meraviglia con le espressioni e le pose delle sue donne voluttuose, ironiche, imbronciate, generose, sexy, nervose, eccitanti, svagate, gustose ma sempre morbidissime; quasi felliniane. Alla Gradisca è ispirata la più sfacciata: nuda con le autoreggenti e i seni in bella mostra mentre manda un bacio con gli occhi socchiusi".
"La scultura della Foppiani nasce dalla tradizione figurativa, ma con venature inquiete di fantastico che forza la rappresentazione dei soggetti fino a farli diventare grumi di un pensiero emozionato. I nudi femminili dalle forme trionfanti e dalle pose straniate riprendono il repertorio serioso del classico per farlo franare ai limiti dell'aneddoto. Un procedimento ambizioso, quello che la Foppiani s'è scelto, ma tutt'altro che banale" (Flaminio Gualdoni).
"Le forme, fissate nella materia calda della terracotta, sono sempre accentuate, come se l'artista, modellandole, volesse giocar loro uno scherzo" (Ermanno Krumm).
"Queste sculture sono dei documenti di identità che vanno nel profondo e la loro apparenza esteriore, che le farebbe apparire ludiche o perfino civettuole, non nasconde problematiche più serie, importanti, discussioni aspre e critiche sferzanti che l'artista intrattiene con gli altri.."(Laura Gavioli).
"Le sculture di Paola Foppiani con la loro ironia sembrano uscite da uno spazio atemporale che rimanda agli anni a cavallo tra 800 e 900 per interrogarci sul nostro vivere di oggi. Nelle sue terrecotte tanti sguardi sbarazzini, atteggiamenti e posture che sembrano voler sbeffeggiare l'osservatore. Una femminilità esibita però senza forzature; giocata attraverso un attento uso dei particolari." (Carlo Francou).
Centro Migranti Scalabrini – Associazione Porta sul Mondo
L'associazione Porta Sul Mondo è un centro di ascolto e di prima accoglienza, un punto di riferimento per le donne immigrate in difficoltà e i nuclei familiari, che qui possono trovare volontari disponibili ad accoglierli, ascoltarli e, se possibile, accompagnarli nella soluzione dei diversi problemi, nel rispetto della propria fede e cultura.
Referente dell'associazione è l'infaticabile Suor Marina.
Il centro Migranti Scalabriniani è una porta aperta sulla strada che pone tutta l'attenzione possibile alla persona del migrante per sostenere la sua dimensione culturale, sociale e religiosa verso ciò che lo renderà gradualmente sempre più capace di essere protagonista del proprio inserimento. Il "Centro" è un'opera apostolica-missionaria delle Suore e dei Laici Missionari Scalabriniani, gestita in collaborazione con l'associazione di volontariato "Porta sul Mondo".
Le radici fondano nella forza e nell'intuizione di Scalabrini, vescovo di Piacenza alla fine dell'800, impegnatosi particolarmente durante il suo apostolato nell'aiuto e nel sostegno alle migliaia di migranti italiani seguendo le parole di Gesù "ero forestiero e mi avete accolto". Le Suore e i Laici Missionari Scalabriniani, con la collaborazione di volontari, sono oggi più che mai impegnati a rendere meno difficile la vita del migrante, cercando innanzitutto di fargli da ponte tra le distanze, le differenze e le divergenze in cui viene a trovarsi. Il centro è la "casa del migrante", come lo ha definito il vescovo Mons. Monari, inaugurando nel 1999 la nuova sede di Via Primogenita, e proprio così lo sentono gli immigrati, "uno spazio familiare" dove trovano persone disposte all'ascolto, che li aiutano a superare il senso di insicurezza e paura. A poco a poco si sono poi sviluppate le varie attività del centro sostenute anche dall'aiuto di molti volontari.
Oltre all'accoglienza e all'ascolto, prima e fondamentale attività, il Centro infatti organizza e offre:
– lezioni di alfabetizzazione e conoscenza della lingua e cultura italiana;
– corsi di igiene, prevenzione e salute;
– ambulatorio di medicina di base e odontoiatrico in collaborazione con la Caritas diocesana;
– catechesi per gli immigrati cattolici che lo desiderano;
– orientamento per l'iscrizione a corsi professionali e di formazione per l'avviamento al lavoro domestico e alla cura di persone anziane;
– scambi culturali nei locali messi a disposizione nella sede per incontri, attività di tempo libero, lettura, visione di films;
– momenti di festa e animazione: nell'ampio cortile vengono organizzate feste multietniche per favorire l'incontro
– servizio di raccolta e distribuzione di vestiario e generi alimentari.
Il Centro Migranti rappresenta quindi un primo anello di congiunzione con la città, un luogo di primo ascolto di tanti problemi dove incontrare qualcuno, un luogo che contribuisce a far crescere e maturare tra italiani e stranieri mentalità ed atteggiamenti di rispetto stima ed accoglienza reciproca vigilando sui diritti inalienabili delle persone e delle culture.