Acqua e mancati investimenti: “Iren vittima di crisi e patto di stabilità”

Si torna a parlare della gestione dell’acqua pubblica e lo si fa nel corso della commissione consiliare “Sviluppo Economico” presieduta da Michele Bricchi del Pd. Dopo il referendum con cui la maggior parte degli italiani si è espressa a favore di una gestione pubblica delle risorse idriche lontana da privatizzazioni e “logiche di mercato” è iniziata una vera e propria battaglia portata avanti da comitati e forze politiche che chiedono il rispetto dell’esito referendario. Oggi era proprio questo il tema della commissione che ha visto la partecipazione di esponenti del settore economico e produttivo della città.

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“Dobbiamo scegliere la strada migliore per la collettività, tenendo in considerazione la situazione contingente, l’esito del referendum e la sentenza della Corte Costituzionale” spiega il presidente della Commissione Michele Bricchi. “Attenzione però perché, a differenza di quanto sostiene qualcuno, la Corte Costituzionale non ha affatto detto che la gestione pubblica dell’acqua è una scelta obbligata, ha detto invece che dal servizio della gestione dell’acqua non devono derivare profitti che vadano oltre quelli necessari per effettuare gli investimenti che il territorio chiede”.

“Iren, come tutti, è stata condizionata dalla crisi e dal patto di stabilità. Dal canto suo non ha mantenuto fede pienamente alle promesse di investimento sul territorio, è vero, però bisogna anche sottolineare che un potenziale soggetto subentrante si troverebbe ad affrontare una spesa in partenza di 80 – 90 milioni di euro solo per il subentro e la costituzione della nuova società: un’ipotesi chiaramente non percorribile per un’amministrazione comunale”.

Ma c’è chi, come il consigliere di Sinistra per Piacenza Carlo Pallavicini, non vuole sentire ragioni: “Il referendum sull’acqua pubblica ha parlato chiaro, dovrebbe essere legge, e sull’esito della votazione si è basata la costruzione di questa maggioranza e la stesura del relativo programma. Per questo motivo non c’è più nulla da discutere se non i tempi e i modi con cui approdare alla gestione pubblica dell’acqua. Se c’è qualcuno che non è in sintonia con questo programma non capisco cosa aspetti a uscire da questa amministrazione” con un implicito riferimento all’assessore allo sviluppo economico Francesco Timpano.