Perdono il “biglietto da visita” sul luogo della rapina: tutti condannati

Si è concluso oggi in tribunale il processo per una rapina ai danni di un'anziana di Pontenure consumatasi lo scorso gennaio a casa della donna. Due imputati alla sbarra, entrambi marocchini; il primo – considerato la mente del colpo – condannato a tre anni e mezzo di reclusione, il secondo – considerato il “palo” – condannato a tre anni. C’era anche un terzo imputato, l’altro autore materiale del colpo, che la scorsa settimana ha patteggiato due anni di reclusione, pena sospesa con la condizionale.

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La rapina risale allo scorso gennaio. Tre giovani (hanno tutti meno di vent’anni) erano riusciti a farsi aprire la porta di casa da una pontenurese di 80 anni con l’obiettivo di mettere a segno la solita (purtroppo) truffa con furto. Una volta scoperti dalla padrona di casa, ed è avvenuto a furto in atto, i tre ladri truffatori si sono trasformati in rapinatori: uno l'ha strattonata per un braccio mentre l’altro, coperto dal palo, guadagnava la via d'uscita con un ricco bottino di gioielli e contanti. Purtroppo per loro, però, il giovane considerato il capobanda – secondo il pm Ornella Chicca – aveva dimenticato sul luogo della rapina una cartelletta di cartone giallo immediatamente saltata all’occhio dei carabinieri di Pontedellolio intervenuti per gli accertamenti al comando del maresciallo Vito Sechi; sulla cartelletta c’era il nome e il cognome di uno dei tre imputati. Non è stato particolarmente difficile per i militari dell’Arma chiudere il cerchio delle indagini intorno ai tre giovani oggi condannati.

O meglio, due condannati mentre uno, come detto, ha già patteggiato due anni. Oggi alla sbarra, dunque, gli altri due stranieri difesi dagli avvocati Gianmarco Lupi e Angelo Bertoncini.

Il pm Ornella Chicca, al termine della sua requisitoria, ha chiesto sei anni e mezzo di reclusione in tuttoi: tre anni per uno, tre anni e mezzo per l'altro.

L'avvocato Bertoncini, che assiste l'imputato la cui posizione è più grave, ha chiesto l'assunzione e in subordine ha chiesto la derubricazione del reato di rapina in furto aggravato con la condanna al minimo della pena. L'avvocato Lupi ha sottolineato il fatto che il suo assistito è ed era al momento del fatto in una posizione ben diversa: non era a conoscenza del piano degli altri due. E anche per lui è stata chiesta l’assoluzione. Niente da fare, però: il collegio giudicante presieduto da Italo Ghitti, con Maurizio Boselli ed Elena Stoppini a latere, ha accolto appieno le richieste della pubblica accusa.