Maltrattamenti in famiglia, marocchino sotto accusa. Il pm chiede tre anni

Tre anni di reclusione per maltrattamenti in famiglia e per non aver pagato gli alimenti alla moglie. E' la richiesta formulata dal pm Antonio Rubino in tribunale di fronte al giudice Maurizio Boselli nell'ambito del processo a carico di un 45enne marocchino, da vent'anni residente a Piacenza in modo regolare. Maltrattamenti che avrebbero fatto vivere una sorta di inferno alla moglie dell'uomo; un inferno durato mesi, fino alla separazione di fatto avvenuta nel 2008. Così almeno appare dalle denunce sporte dalla donna e inizialmente anche da parte di una delle figlie, all'epoca minorenne, che tuttavia a maggio di quest'anno, a processo in corso, ha ritrattato tutto e ritirato le querele. 

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Alla richiesta di tre anni di reclusione da parte del pm è poi seguita la richiesta dell'avvocato di parte civile Lauretta Alberti, in rappresentanza della ex moglie dell'imputato: 50mila euro a titolo di risarcimento per i maltrattamenti subìti e per il mancato mantenimento dopo la separazione. 

In Tribunale era presente l'imputato assistito dall'avvocato Monica Malchiodi e accompagnato dalla sua attuale moglie, con prole al seguito, e dalla figlia 22enne avuta dalla prima moglie, parte offesa in questo processo. Lo straniero, che ha scelto il rito ordinario e non ha voluto né patteggiare né ricorrere all'abbreviato, ha sempre sostenuto e continua a sostenere con forza la sua innocenza. 

Il giudice, ascoltata la requisitoria del pubblico ministero e l'arringa della parte civile, ha sospeso l'udienza rinviandola al 7 novembre: parlerà la difesa dopodiché, salvo ulteriori rinvii per repliche, ci sarà la sentenza.