Oggi Piacenza avrebbe potuto festeggiare un nuovo titolo italiano: Andrea Carella, giovane pilota piacentino, aveva praticamente in tasca il campionato italiano junior di rally ma qualcosa venerdì scorso a San Remo è andato storto. E a quanto pare si tratta di qualcosa che farà discutere non poco nelle prossime settimane, e non solo sui media o sui social network, bensì a livello di giustizia sportiva e, perché no, di giustizia ordinaria.
Stiamo parlando di quello che ha tutta l’aria di essere un sabotaggio. O quantomeno il sospetto che si tratti di qualcosa del genere è a dir poco fondato. Sospetti che hanno la forma di chiodi a tre punte, di quelli fabbricati apposta per forare le gomme. E di chiodi del genere la Renault Twingo classe R2 di Carella (e solo quella di Carella) ne ha presi addirittura quattro in una sola giornata; due gomme in una prova, altre due gomme in un’altra prova. Morale: titolo saltato.
E pensare che il pilota piacentino, dopo la gara di Udine, si presentava al rally di San Remo con dieci punti di vantaggio sul secondo classificato e di conseguenza gli bastava classificarsi alle spalle del suo diretto avversario per portare a casa il titolo italiano.
“Ho perso più di venti minuti per cambiare le gomme – ha detto Carella – e questo è accaduto proprio durante la prova speciale, con tratti cronometrati nei quali è indispensabile andare forte. Senza contare il pericolo che ho corso: quando passi a 150 all’ora in una stradina con gli alberi ai lati, non è piacevole trovarsi due gomme bucate in un colpo solo. Anche perché può accadere che si sgonfino lentamente ma anche che si sgonfino velocemente, e lascio immaginare le conseguenze di un’uscita di strada in quella situazione. Perdipiù in una delle due occasioni le gomme bucate erano le anteriori, che sono quelle che danno la direzione alla vettura”.
Tutto il tempo accumulato per questi anomali cambi gomme ha di fatto spinto Andrea Carella in fondo a una classifica che sino a poco prima stava dominando con un vantaggio praticamente incolmabile per gli inseguitori. Invece è stato colmato. Andrea alla fine è finito in quinta posizione degli junior e di conseguenza ha perso il campionato che aveva già in pugno.
E il problema naturalmente non è perdere, da buon sportivo quale è il giovane rallysta; il problema è il come e il perché si perde. E, seppur con tutti i se e i ma del caso, risulta davvero difficile non parlare di sabotaggio di fronte a quattro gomme bucate nello stesso punto, ad un’unica auto, guarda caso quella del probabile campione, e perdipiù con l’indizio inquietante dato dal fatto che almeno una delle forature sia stata provocata da un chiodo a tre punte, saldato apposta con quella forma.
A Carella – che definirlo deluso e amareggiato è un eufemismo, e c’è da capirlo – chiediamo come si è mosso quand’era a San Remo (e cioè venerdì 11 ottobre). “Sono andato immediatamente dai responsabili della direzione gara – spiega – ma mi hanno spiegato che non era possibile fare nulla: non esiste un regolamento che tuteli contro episodi del genere”.
Resta dunque la giustizia ordinaria, anche con riferimento al rischio oggettivo che un pilota corre subendo un sabotaggio di quel genere: è un vero e proprio attentato alla sua sicurezza e, a quelle velocità e su quelle strade, si può tranquillamente parlare di attentanto alla sua stessa vita. Campo nel quale, ovviamente, la giustizia ordinaria dovrà fare il suo corso. E Carella in effetti ha denunciato la cosa alla polizia di San Remo e ora si tratta di vedere se la procura ligure aprirà un fascicolo d’indagine.
Certo, non sarà facile risalire a chi possa aver compiuto un atto del genere. Anche perché evidentemenete l’eventualità che episodi del genere possano accadere non è presa in considerazione da chi organizza queste competizioni.
Eppure capitano spesso, come conferma lo stesso pilota piacentino, con un tono vagamente sconsolato oltre che amareggiato: “Io la denuncia l’ho fatta e ora inoltrerò le carte a Roma – dice – Credo nella giustizia, ci mancherebbe, anche se ormai in Italia di giustizia se ne vede ben poca in tutti i campi. Staremo a vedere”.