Il gran rifiuto di Christian Fiazza a candidarsi come segretario provinciale del Partito Democratico sta seriamente mettendo in crisi l'ala del Pd che fa capo ai dirigenti di area bersaniana Paola De Micheli-Francesco Cacciatore-Silvio Bisotti. I tre maggiorenti del partito vedevano in lui l'uomo giusto per aggregare anime anche diverse, quella cattolica e quella più marcatamente di sinistra; soprattutto uno dei pochi ad essere in grado di fronteggiare il galvanizzatissimo Gianluigi Molinari, candidato "renziano", che allo stato non ha solo l'appoggio di 14 sindaci del territorio, ma che sta strappando anche il consenso del pezzo di Pd che fa capo a Stefano Borotti. E così da quelle parti si prova a correre faticosamente ai ripari: in queste ore le riunioni e i crocchi a margine del Consiglio comunale si susseguono a ritmo incessante. Il no di Fiazza non è stato l'unico. Per una ragione o per l'altra altri esponenti si sono sfilati dal ruolo di papabili: il sindaco di Gragnano Andrea Barocelli, il capogruppo in Provincia Marco Bergonzi (anche se su quest'ultimo il pressing non è finito). Allora ecco spuntare all'orizzonte due nuovi nomi: quello di Roberta Valla, vicesindaco di Travo (bersaniana doc) e quello di Eugenio Gazzola, esponente del cda della Ricci Oddi. Scenari che nelle prossime ore, in vista dell'11 ottobre, potrebbero ancora cambiare.