AGGIORNAMENTO ORE 15 – Il diluvio che si è abbattuto su Piacenza non ha fermato l’arrivo in città dei 1500 migranti. Arrivano da quattro continenti e da decine e decine di paesi: dal Cile, dall’Argentina, dal Senegal, dall’Eritrea, dall’Etiopia; ma anche dall’Ucraina, dal Nepal, dalle Filippine, dal Canada. Fanno parte delle comunità migranti di numerose diocesi del Nord Italia, Brescia e Bergamo su tutte, ed hanno seguito il percorso di pellegrino condotto dal beato Scalabrini.
Un’iniziativa promossa insieme alla Diocesi di Piacenza e operativamente organizzata dalla Caritas Diocesana. Sotto i portici di palazzo Gotico gli immigrati hanno cantato, ballato, pregato. Hanno anche ringraziato Piacenza per l’ospitalità e la mano tesa.
“Essere qui oggi significa testimoniare la fede cattolica che viene da tutto il mondo – spiega Jean Marie – siamo riuniti per condividere questa fede preziosa. Gesù ci salva e ci assiste nelle fatiche della vita quotidiana”. Una preghiera che va anche ai fratelli immigrati che sono morti a Lampedusa. “Preghiamo per i nostri fratelli che hanno lasciato la vita nel mare a largo di Lampedusa sperando in una vita migliore. Un dispiacere enorme per tutti noi immigrati. Partecipiamo a questa sofferenza”.
Erano presenti anche il sindaco Paolo Dosi, l’assessore ai servizi sociali Giovanna Palladini, il presidente del Consiglio comunale Claudio Ferrari e il direttore della Caritas Chiodaroli: “Abbiamo pregato insieme al beato Scalabrini per i morti di Lampedusa e per auspicare che questi fatti non avvengano più. Per noi come chiesa è una bella giornata perché si colora con i colori della solidarietà, dell’amore, della fratellanza. Portano qui le loro gioie e le loro speranze”.
Alle 15 hanno preso parte in Duomo alla messa, officiata da Lino Belotti, vescovo emerito di Bergamo, che è servita anche a riparare la profanazione avvenuta nella primavera scorsa delle spoglie di Scalabrini.
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Sarà presente anche il sindaco Paolo Dosi, oggi alle 14 in piazza Cavalli ad accogliere 1.500 pellegrini che renderanno omaggio al beato vescovo Giovanni Battista Scalabrini dopo la profanazione della primavera scorsa. Questa iniziativa è promossa dalla Migrantes lombarda insieme alla Diocesi di Piacenza e operativamente organizzata dalla Caritas Diocesana. “Si tratta di un evento che assume un significato particolare in questi giorni, dopo i tragici fatti di Lampedusa ai quali abbiamo assistito inermi con la morte nel cuore, ancor più dopo quanto è emerso dal Consiglio d’Europa che ha definito la tragedia “evitabile” e ha soetenuto che l’Italia deve fare di più per gestire l’immigrazione e le richieste d’asilo”. A proposito dell’appuntamento previso per domani Dosi afferma: “Scalabrini fu tra i primi a capire il significato dell’accoglienza e la necessità dell’integrazione dei migranti in anni in cui l’Ispettorato per l'Immigrazione del Congresso americano sugli emigrati italiani negli Stati Uniti, definiva i nostri connazionali come molti oggi, definiscono gli immigrati: “Si presentano di solito in due – commentava l’Ispettorato per l’Immigrazione – e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro Paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali”. Dunque – conclude Dosi – molte analogie con il passato che ritorna e in questo senso Scalabrini svolse un apostolato intenso; fondò la Congregazione dei missionari di S. Carlo per gli italiani emigrati e la Società di S. Raffaele per l'aiuto materiale degli stessi. Ricordarlo domani diventa quindi non solo un momento simbolico di condivisione, ma anche un monito a farci riflettere sull’attualità del suo operato ancora oggi. E pertanto invito la cittadinanza domani alle 14 in piazza Cavalli a prendere parte a un incontro che non solo è un modo per ricordare la figura di monsignor Scalabrini, ma anche per manifestare solidarietà e attenzione verso i migranti e la gente di Lampedusa, isola in cui ogni giorno si svolge un’importante e nobile battaglia a favore degli ultimi, purtroppo ignorata da tutti noi; in tal senso assume un significato di autenticità l’appello lanciato da un settimanale per conferire a quet’isola il Premio Nobel per la Pace”. Dopo il ritrovo in piazza alle 14, alle 15 si terrà una messa in Duomo.