Al Festival del Diritto il ruolo della religione nello spazio pubblico

A Palazzo Galli le incertezze della democrazia si intrecciano con la religione e con il suo ruolo all’interno dello spazio pubblico. Relatori della tavola rotonda Ombretta Fumagalli Carulli, già parlamentare e oggi docente di Diritto canonico ed ecclesiastico nonché direttrice dell'istituto giuridico dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Nicola Colaianni, anch’egli ex parlamentare e docente di Diritto ecclesiastico presso l’ Università di Bari. A moderare l’ incontro è stato il sindaco Paolo Dosi, in sostituzione del vaticanista RAI Fabio Zavattaro, trattenuto a Roma da impegni professionali.

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Una battuta sulla situazione politica che stiamo vivendo è d’obbligo e Ombretta Fumagalli Carulli si augura, come cittadino e parlamentare, che si scelga la via più consona al bene di tutti, in un momento di svolta per il Paese. “Mi pare – continua – che bisogni continuare con questo governo. Sarà il male minore ma è peggio buttarlo totalmente a mare”.

C’è poi l’aspetto della religione, su cui verte la tavola rotonda, e altrettanto inevitabilmente si deve parlare di questo Papa, Francesco, che come dice Fumagalli Carulli, “fin dall’ inizio del suo pontificato, svelò perché aveva scelto questo nome che significa povertà,pace e dialogo. In questo momento di grande confusione credo che le religioni abbiano il compito di parlare a tutti, facendo cadere gli steccati che ancora ci sono e perché diventi una realtà la difesa della persona e della sua dignità, grazie alle leggi, alle buone amministrazioni e al buon esempio che i politici devono dare. La presenza di Francesco in questo momento storico è un segno della Provvidenza”.

La democrazia può trovare nella religione sia un’ancora di salvezza che un elemento di opposizione nella religione e questo, secondo Colaianni, è un problema del nostro tempo. “La democrazia – dice – si basa su un sistema di garanzie che talvolta non riesce a fornire da sola e quindi ha bisogno del rapporto che può arrivare da agenzie culturali come la chiesa Cattolica e le altre confessioni religiose”.

Anche per Colaianni Papa Francesco rappresenta una grossa novità con il suo stile di vita e i suoi discorsi diversi sotto il profilo pastorale. Una novità che può fare solo del bene ma che può anche mettere in crisi lo Stato e il modo in cui si comportano le autorità civili soprattutto in questo momento nel quale c’è bisogno di recuperare uno spirito di sobrietà”.