In Sant’Ilario, Ilvo Diamanti e lo stato dell’arte della democrazia italiana

E' inutile che Stefano Rodotà continui a dire che il Festival del Diritto non si occupa dell' attualità: volente o nolente la sua creatura deve fare i conti con quello che succede intorno a sè. E se ieri un fatto di cronaca ha fatto da triste prologo ad un incontro che parlava proprio di violenze in famiglia, oggi sono arrivate le parole di Napolitano e gli eventi politici a fornire ulteriori argomenti di discussione.

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Questo pomeriggio, presso l' Auditorium di Sant'Ilario si è parlato proprio di questo, dello stato dell'arte della democrazia italiana, inevitabilmente anche alla luce degli ultimi accadimenti, con Giuliano Giubilei (vicedirettore del TG3) ed Ilvo Diamanti, sociologo, politologo e grande firma di Repubblica.

Raggiunto ai nostri microfoni qualche minuto prima dell' inizio dell' incontro Diamanti ha affermato che la democrazia italiana è sospesa.

“Se la democrazia è una forma di governo, del popolo e dei cittadini, questo è un Paese senza governo e probabilmente non governabile perchè i meccanismi classici della democrazia non funzionano. Non funzionano né i partiti, nè la legge elettorale e neppure il rapporto tra cittadini e istituzioni in quanto fondato sulla sfiducia”.

Riferendoci alla vittoria di Gino Bartali al tour del 1948, all’ indomani dell’ attentato a Togliatti e che scongiurò il colpo di Stato, abbiamo lanciato la battuta a Diamanti: oggi non c’è neppure Bartali a poterci salvare.

“No – ha risposto – non c’è neppure lui e dai suoi tempi sia il ciclismo che gli altri sport sono così dopati e hanno perso così tanti tifosi che potremmo dire non c’è più religione”.

E se è vero che non c’è più religione è altrettanto vero che non c’è nemmeno la politica: “bisogna che la politica sia credibile – ha concluso Diamanti – e al tempo stesso bisogna che i cittadini ci credano e non si rassegnino”.