Prima l’ha uccisa a suon di botte, poi è uscito a fare un giro per il paese e infine, tornato nell’abitazione, ha maldestramente tentato di farla finita. E’ in sintesi la scansione dell’omicidio, avvenuto ieri a Castelvetro piacentino, nella palazzina di via Stazione. Vittima la 51enne Cinzia Agnoletti, che al rientro a casa ha avuto un diverbio con il convivente, il 53enne Gianpietro Gilberti, poi finito in tragedia. Dovrà rispondere dell’accusa di omicidio volontario.
La donna, verso le sette di sera, è rientrata nell’abitazione ma la maniglia della porta del soggiorno si è accidentalmente staccata, lasciandola di fatto chiusa fuori. Da qui il litigio, con lei che ha iniziato a bussare insistentemente per farsi aprire. Ma, quando lui gli ha aperto, l’ha accolta con un violenta colpo al volto che l’ha letteralmente tramortita. Non si è però fermata la furia di Gilberti, che ha infierito sulla convivente. Sia con le proprie mani che con l’utilizzo di una corda per tapparelle, cercando di strozzarla.
Le cause esatte che hanno portato alla morte verranno accertate durante l’autopsia, che si terrà alle 15 di oggi pomeriggio. Fatto sta che, come hanno spiegato il sostituto procuratore Antonio Colonna e il comadante dei carabineri di Fiorenzuola Emanuele Leuzzi , l’uomo ha raccontato di aver avuto un raptus, dopo essere stato aggredito verbalmente dalla Agnoletti. L’ha colpita più volte, poi il tentativo di strangolamento con la corda della tapparella e con un cuscino. In seguito, verso le 22, l’uomo è uscito di casa per fare un giro in paese, forse per sfogarsi e, rientrato nell’abitazione, ha deciso di farla finita. Intento che però è stato provato maldestramente, visto che ha utilizzato dei sonniferi, cinque pastiglie e poi si è messo a letto con un sacchetto di plastica in testa pensando di trovare la morte senza sofferenza. Poco prima, però, aveva inviato un sms al figlio, 25enne che non vive con i genitori, scrivendogli: “Avvisa i carabinieri”. Il giovane avendolo ricevuto nel cuore della notte se ne è accorto solo la mattina, verso le 7 e così gli uomini dell’Arma sono giunti sul posto solo verso le 9. Gilberti, in evidente stato confusionale, è stato però in grado di uscire con le sue gambe e dopo un breve passaggio al pronto soccorso di Fiorenzuola, per accertarne lo stato di salute, è stato portato nella caserma dei carabinieri di Monticelli d’Ongina per l’interrogatorio e infine in carcere alle Novate.
Oggi il fermo è stato convalidato, con l’accusa di omicidio volontario. Omicidio, che lui stesso ha confessato in ogni passaggio. Sarà difeso dall’avvocato Luigi Ruggieri.