“Avremmo voluto essere meno lungimiranti nella scelta dell’ argomento del Festival 2013, deciso un anno prima. Questa cosa un pò mi spaventa”. Esordisce così Stefano Rodotà ai nostri microfoni, all’ ingresso di Palazzo Gotico per la cerimonia inaugurale della sesta edizione del Festival del Diritto.
“Le incertezze della democrazia” è il titolo scelto per questa edizione e, naturalmente, l’attenzione va sia alle incertezze italiane che a quelle europee ed extraeuropee. Rodotà fa cenno, tra le altre cose, a Siria ed Iran.
“Se guardiamo più da vicino, soprattutto in Italia ed Europa – afferma Rodotà – le incertezze della democrazia diventano angosce.
Noi però non ci appiattiremo sull’ attualità e non le affronteremo ma cercheremo di andare alle radici di ciò che spiega quello che sta accadendo senza trascurare i fenomeni di fondo come il populismo, le nuove forme di democrazia e anche i tanti segnali che non inducono sempre al pessimismo.
Mi auguro che il festival faccia capire fino in fondo perché le incertezze della democrazia rischiano di diventare i drammi della democrazia che è il fatto del popolo.
La democrazia – ha concluso il giurista – non riesce a dare tutte le risposte che ci si aspetta, anche se dovrebbe essere dalla parte dei più deboli. In italia, secondo l’ ultimo rapporto Istat, fa notare Rodotà, ci sono 5 milioni di persone in povertà assoluta e 9 milioni in povertà relativa.
Questo ci dice che la democrazia deve guardare agli insegnamenti dell’ ultimo secolo e mezzo, deve guardare ai diritti e cioè i diritti fondamentali delle persone. La democrazia è incerta quando sono labili i diritti di tutti noi”.