Venerdì 20, al via il “IV Convegno Internazionale di Studi Veleiati” che in una intensa “tre giorni” di relazioni e progetti affronterà trasversalmente il periodo romano più legato al nostro territorio con particolare riferimento a Veleia, noto foro archeologico del nord Italia.
L’articolato programma, nato da un lungo lavoro preparatorio partito dalla collaborazione dell’Amministrazione Comunale di Lugagnano Val d’Arda, del Circolo Culturale Valtolla guidato da Fausto Ferrari e della nuova Associazione Via dei Monasteri Regi, con Sergio Efosi, ha giovato del fondamentale coordinamento scientifico di uno staff di docenti guidati dal Prof Pier Luigi Dall’Aglio. È lo stesso Dall’Aglio a dire come “alla base del convegno c’è la volontà di parlare non solo di Veleia ma anche delle novità a livello storico e archeologico con un confronto a realtà lontane come quelle dell’Italia Meridionale, della Francia, del Portogallo e della Spagna”.
“La macchina organizzativa è pronta ad accogliere i docenti e gli esperti provenienti da Italia ed Europa assieme ad un variegato pubblico – annuncia il Sindaco Jonathan Papamarenghi – con spazi appositamente creati per accogliere le relazioni, maxischermi dedicati e registrazione integrale degli interventi che verranno trasmessi sul web”.
Le relazioni previste per le intere giornate di venerdì e sabato si terranno accanto al Foro Archeologico di Veleia, ove una specifica area sarà dedicata alla presentazione di poster, informatici e non, basati sui risultati dei più recenti studi. Per entrambi i giorni sarà visitabile il foro ed attivo un punto ristoro gestito dalla locale Pro Veleia.
Domenica mattina, poi, si concluderà il percorso grazie alla importante collaborazione dell’Assessore alla Cultura del Comune di Piacenza che inaugurerà a Palazzo Farnese una nuova area dedicata a reperti di proprietà civica mai esposti.
“L’importante evento, conclude il Sindaco Papamarenghi, rappresenta per il territorio, non solo Lugagnanese ma di tutta la provincia, una fondamentale opportunità per approfondimenti culturali sulla nostra storia, ma anche l’occasione per promuovere “prodotti” –quelli culturali- che possono e devono essere il nucleo centrale di un settore turistico che, pur faticando a partire nelle nostre valli, è in continua crescita nel Paese anche in controtendenza con il contesto economico generale”