Il comitato No biogas scrive al prefetto: “Ecco perché l’impianto è dannoso”

Lunedì se ne parlerà in Consiglio comunale. Intanto però il comitato No biogas di Borogtrebbia ha inviato una lettera al prefetto Antonino Puglisi per far presente la “gravità della situazione se l’impianto dovesse essere edificato”. Ecco la lettera in versione integrale.

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“Formulo la presente nella mia qualità di Presidente del “Comitato contro la realizzazione di impianti a Biomasse a Borgotrebbia” (detto anche No Biogas) ma in particolare quale cittadino che ritiene di portare a conoscenza della S.V. di un grave turbamento che potrebbe essere causato alla nostra città dalla costruzione di un impianto a biogas.

Mi riferisco all’autorizzazione concessa dal Comune di Piacenza di cui allego copia per la costruzione di un impianto per la produzione di Biogas ubicato nel Comune capoluogo in Via Agosti 41 (strada urbana) e fatto ancor più rilevante nel bel mezzo del Parco fluviale del Trebbia.

Questa ubicazione è causa di alcune criticità che vado ad elencare:

  • La legge regionale (04/11/2009 n . 19 all’art. 06 comma 5 lettera D) istituita del Parco fluviale del Trebbia prevede il divieto di nuove costruzioni nei terreni ubicati nell’area del parco, fatta salva la possibilità per le aziende agricole di potere ampliare i fabbricati se dimostrano, tramite un piano di sviluppo aziendale il reale fabbisogno per la propria azienda agricola, purché compatibili con le finalità istitutive del parco;
  • Nel caso di specie non è stato presentato nessun piano di sviluppo aziendale ma semplicemente un progetto per la costruzione di una fabbrica per la produzione di Biogas che nulla può avere in comune con le finalità istitutive del parco;
  • Per alimentare l’impianto il richiedente dovrà trasportare giornalmente liquami prodotti in altre aziende, poiché lo stesso non alleva bestiame;
  • Nel progetto, infatti, è previsto lo smaltimento di migliaia di tonnellate di liquami che dovrebbero essere trasportati da altre aziende di proprietà di terzi posta in Comune di Rivergaro e in Comune di Calendasco;
  • Ed ancora, sempre secondo quanto è previsto nel progetto il richiedente dovrà trasportare la “materia prima” quale mais, sorgo, ecc… poiché la sua azienda ha una produzione risibile rispetto al consumo dell’impianto;
  • Tutto ciò comporterà il transito di circa 50 autocarri giornalmente (con il viaggio di andata e ritorno) nei mesi caldi “maggio – agosto – settembre” ed almeno  3/4 autocarri giornalmente negli altri mesi per il trasporto dei liquami, oltre ad altri autocarri, il cui numero non è stato indicato, per il digestato;
  • Tutto ciò comporterà un problema di viabilità in quanto i carri agricoli e gli autocarri saranno costretti a transitare nelle vie cittadine intasando il traffico già difficoltoso in zona ma soprattutto faccio rilevare che l’impianto si trova a poche centinaia di metri dall’argine del Trebbia dove noi cittadini andiamo a passeggiare, a fare attività sportiva (footing) a portare i bambini con il passeggino, trattandosi del luogo di campagna più prossimo alla città;
  • Faccio rilevare soprattutto che l’impianto si trova a poche centinaia di metri dall’abitato della frazione Borgotrebbia dove c’è un asilo nido, una scuola materna, una  elementare ed ancora a circa un km è ubicato l’ospedale di Piacenza;
  • È del tutto pacifico che un impianto per la produzione di Biogas da luogo ad altissime emissioni in atmosfera di azoto oltre ad emissioni odorifere fastidiose e non compatibili né con il luogo né con il parco fluviale;
  • Faccio inoltre rilevare che il Comune di Piacenza è localizzato purtroppo in un area di superamento dei valori limiti per la qualità dell’aria sia per il PM 10 che il NO2 (zona rossa). Ed indubbiamente tale impianto andrebbe ad aggravare la già precaria condizione dell’aria;
  • Ma c’è di più:  la nostra città vedrebbe il transito di carri agricoli per il trasporto di liquami che durante i mesi caldi oltre a comportare un odore nauseabondo può comportare la diffusione di inquinanti nocivi fino a portare al rischio del botulino;

·  Dopo una disamina degli atti sono risultate, secondo noi, numerose irregolarità procedurali/legislative, di assoluto rilievo, tali da indurci a produrre verso gli enti competenti individuati nel Comune e Provincia di Piacenza, ARPA una lettera di diffida, con successiva integrazione, per ottenere l’annullamento della delibera autorizzativa (di cui allego copia);

·         A rafforzare la nostra tesi è stata presentata una Diffida al Presidente della Regione Emilia-Romagna ed ai Responsabili dei Procedimenti di tutte le Province della Regione (di cui allego copia).

Voglia dunque la S.V. verificare se l’autorizzazione è conforme alla legge ed in particolare se è salvaguardata la salute dei cittadini bene primario tutelato dalla nostra Costituzione ex art. 32".