Bicentenario verdiano, a Tirana per la prima volta il ”Requiem” del Maestro

Italia e Albania insieme per celebrare il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi: l’occasione e’ stata l’esecuzione, per la prima volta nel Paese balcanico, del ‘Requiem’ scritto nel 1874 dal celebre compositore, di origini piacentine e parmigiano d’adozione, per commemorare lo scrittore Alessandro Manzoni. Il progetto ha visto’ insieme l’Orchestra Giovanile della Scuola di Musica di Fiesole, l’Orchestra Giovanile Albanese e il Coro del Teatro dell’Opera e del Balletto di Tirana. Il video dell’ambasciatore italiano in Albania, Massimo Gaiani al link: http://youtu.be/pZONwy3FQIQ.

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Una ‘prima’ storica, quella di ieri sera nella capitale albanese, mentre oggi (giovedi 12 settembre) le due orchestre di 86 musicisti, albanesi ed italiani, il coro di 60 elementi del Teatro dell’Opera insieme al soprano Serena Daolio, il mezzosoprano Cristina Melis, il tenore Alessandro Liberatore e il basso Raffaele Costantini, sotto la direzione del maestro Aldo Ceccato, si trasferiranno a Scutari per la seconda esecuzione nella Chiesa francescana. L’iniziativa musicale e’ stata organizzata dalla Scuola di Musica di Fiesole e dalla Fondazione Idea, in collaborazione con l’Istituto italiano di cultura di Tirana, con il patrocinio dell’ambasciata d’Italia a Tirana, il sostegno della Compagnia Belleair e del consolato italiano di Scutari.

Il ‘Requiem’ a Tirana, vero e proprio sbarco dell’arte del “cigno di Busseto” nel Paese delle Aquile, e’ stato accolto con entusiasmo in una realtà’ che, dopo le recenti elezioni (che hanno visto prevalere il socialdemocratico Edi Rama sul democratico Sali Berisha) , punta ad entrare in Europa, non senza difficolta’.
Limiti messi in evidenza persino dall’ambiente dell’opera e dall’esecuzione dell’omaggio che Verdi fece allo scrittore Alessandro Manzoni a un anno dalla sua morte.
In particolare per il pubblico, ancora poco avvezzo a eventi del genere, formali e che seguono una etichetta ben precisa e fuori dalle logiche commerciali, che e’ apparso a disagio ben piu’ di una volta. Brusio in sala, cellulari che squillano, conciliaboli tra vicini di posto, inizialmente, hanno mandato su tutte le fumerie il maestro Ceccato che, con occhiatacce e gesti emblematici, ha arringato la platea con lo stesso carisma con il quale ha diretto i suoi elementi. Ma, nonostante il caos dei posti non numerati e alcuni ‘imbucati’ che hanno assistito all’evento in piedi ai lati del teatro, e’ stata la musica a quietare la sala e a catalizzare l’attenzione, in silenzio, sulla composizione sacra per coro, voci soliste ed orchestra. E alla fine anche sugli applausi fuori luogo, tra un’aria e l’altra dell’opera, i musicisti e lo stesso pubblico sono riusciti a farci sopra una risata di gioia per la riuscita di un avvenimento che qui e’ da considerarsi piu’unico che raro. Per adesso, perche’ i dieci minuti di applausi sono stati ben auguranti per il futuro.

Questo si deve all’impegno delle due orchestre, di Fiesole ed albanese che proseguirà in Italia, a Pisa, il 14 settembre, quando, sempre sotto la direzione del Maestro Ceccato, i giovani musicisti avranno l’onore di aprire la Rassegna Internazionale di Musica Sacra Anima Mundi, diretta da Sir John Eliot Gardiner e dedicata quest’anno a Verdi.
L’omaggio e’ poi stato arricchito dall’allestimento di una Mostra Antologica di Partiture Verdiane proposta dall’Accademia Nazionale di Arte Antica e Moderna e dal Ministero degli Affari Esteri, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana. La Mostra e’ stata inaugurata proprio ieri, mercoledì 11 settembre, alle ore 19, nella hall del Teatro dell’Opera e del Balletto e propone la riproduzione di circa 30 partiture originali d’epoca di opere di Verdi, con l’obiettivo di valorizzare un aspetto poco conosciuto della diffusione della musica, cioè l’immagine. La mostra resterà aperta fino al 26 settembre.

La storia del ‘Requiem’ – Il 22 maggio 1874, Giuseppe Verdi celebrava il primo anniversario della scomparsa di Manzoni dirigendolo nella chiesa di San Marco a Milano. Dopo tre riprese alla Scala, Verdi e la Messa cominciarono un giro trionfale per tutta Europa, compresa Vienna, e con un culmine clamoroso a Londra, quando alla Albert Hall si raccolse un coro di 1200 voci: e furono proprio le ripetute esecuzioni della Messa a presentare Verdi nella dimensione per lui inedita, e quanto mai moderna ed europea, del direttore d’orchestra.

Verdi, considerato il più celebre compositore italiano di tutti i tempi, rimase molto impressionato dalla morte del compatriota Alessandro Manzoni, avvenuta nel 1873. Manzoni, come Verdi, si era infatti impegnato per l’unità d’Italia avvenuta pochi anni prima, e condivideva dunque con lui i valori tipici del Risorgimento, di giustizia e libertà. La sua morte gli fornì dunque l’occasione per realizzare il vecchio progetto, questa volta componendo l’intera messa. Ora, nella celebrazione del suo Bicentenario, e’ stata data riprova che il Maestro non e’ riuscito con le sue composizioni solo ad aiutare l’unificazione del nostro paese ma anche ad avvicinarne tanti altri grazie alla musica.