La quarta edizione della International Summer School OPEN CITY – organizzata dalla Scuola di Architettura del Politecnico di Milano, nella sede piacentina del Campus Arata, in via Scalabrini – è entrata nel vivo.
Nella presentazione dell’iniziativa di lunedì – alla presenza dei 105 studenti iscritti – sono state illustrate dalle autorità presenti linee guida e parole chiave dell’iniziativa.
“La Summer School è una straordinaria occasione per riflettere su nuovi strumenti e nuove metodologie che sappiano lavorare nella direzione della rigenerazione della città – hanno spiegato i direttori Guya Bertelli e Carlos Garcia Vazquez – Abbiamo scelto temi e luoghi di assoluta attualità, i progetti degli studenti produrranno visioni contemporanee su questioni chiave, come il riciclo, il riuso, il recupero, proponendo forme innovative attraverso cui la natura riesce a penetrare in città”.
Ha voluto approfondire l’aspetto tematico Sergio Crotti, professore emerito del Politecnico: “Tutte le nazioni e tutte le società vivono una fase di forte regressione, ci siamo accorti che le risorse non sono inesauribili. Davanti a noi c’è una sempre più necessaria inversione di tendenza, verso un nuovo equilibrio tra presenze naturali ed elementi artificiali”.
A nome dell’amministrazione comunale, l’assessore allo sviluppo economico Francesco Timpano ha sottolineato l’importanza di queste sperimentazioni progettuali che, anche se didattiche, sanno proporre idee nuove, creative e sostenibili per la città di Piacenza e in particolare per le aree coinvolte, che si estendono su ambiti molto diversi, dalle zone agricole a quelle infrastrutturali, fino al fiume, presentando diverse forme di transizione tra la natura e la città.
Ha invece voluto sottolineare il significato e il valore formativo della Summer School il preside della Scuola di Architettura e Società Ilaria Valente: “Tanti studenti internazionali a lavorare, in un ambiente globale, su temi locali. Questo è il valore aggiunto di esperienze come la Summer School”.
Un tema, quello dell’internazionalità, che il rettore del Politecnico Giovanni Azzone, ha voluto porre come centrale nel suo intervento: “Siamo in una fase in cui non possiamo dare nulla per scontato. Lo scopo del Politecnico, ed iniziative come la Summer School vanno assolutamente in questa direzione, è attirare studenti di qualità. Nel 150esimo anno dalla fondazione dobbiamo consolidare le nostre basi, ma al tempo stesso reinventarci e consolidarci. Soltanto con questo coraggio possiamo vincere le sfide del nostro tempo”.
La serata di lunedì ha visto la presenza di Stefano Boeri che, utilizzando come traccia della sua conferenza il suo libro “Biomilano, glossario di idee per una metropoli della biodiversità” (Corraini Editore) ha illustrato, nei suoi aspetti teorici e pratici alcuni progetti per Milano, in particolare il masterplan Expo e il Bosco Verticale in corso di costruzione a Porta Nuova.
Il giorno successivo, martedì, dopo il sopraluogo alle aree di progetto, è stata caratterizzata dalla presenza di uno dei nomi più significativi della scena architettonica contemporanea, come il portoghese Gonçalo Byrne, che ha mostrato alcuni dei suoi progetti più conosciuti, che gli sono valsi premi e riconoscimenti internazionali. Insieme a lui ha parlato dei suoi lavori un altro progettista portoghese come Camilo Rebelo.
Il mercoledì ha visto alternarsi alla cattedra del Padiglione Vegezzi, nel Campus Arata, ben 5 relatori. Carlos Garcia Vaquez, co-direttore della Summer School, e Roberto Cherubini, professore alla Sapienza di Roma, fondatore del Centro Studi Interdisciplinari sull’Architett ura e sull’Ambiente, hanno discusso, nella lezione mattutina, delle interrelazioni tra architettura e natura. Internazionale anche la conferenza serale con l’incontro tra Maurizio Carta (professore di urbanistica a Palermo che lavora con grande intensità sul tema delle città creative e sulle innovazioni nella pianificazione), Ed Wall (docente alla Greenwich University, cheha illustrato la sua visione di paesaggio) e Auxiliadora Galvez (architetto di Madrid che ha illustrato i suoi progetti a grande scala per alcune realtà europee). Doppio appuntamento anche per giovedì. Al pomeriggio protagonisti sono i progetti di 2 studi di Siviglia: Sara de Giles e Javier Morales (MGM) e Javier Lopez e Ramon Pico (actastudio).
Giovedì 5 settembre, alle 20.30 al padiglione Nicelli, appuntamento con Manuel Aires Mateus, architetto portoghese, una delle figure più significative della scena architettonica internazionale. Le sue visioni, innovative e di grande stimolo intellettuale, per architetture residenziali diventano, per gli studenti impegnati nella Summer School, un elemento di riflessione di grande efficacia.
Venerdì 6 è invece la prima giornata dedicata alla presentazione dei lavori, pur parziali, sulle aree di progetto. I diversi gruppi presenteranno le loro prime idee e i primi concept ad una giuria internazionale di docenti e architetti.