Sono preoccupati davvero e non si nascondono dietro le solite frasi fatte di molti politici e amministratori quando si tratta di parlare di sicurezza. I due massimi rappresentanti della Pubblica amministrazione piacentina, il sindaco Paolo Dosi e il presidente della Provincia Massimo Trespidi, parlano a chiare lettere di un “sottobosco malavitoso in città” che evidentemente non viene percepito ma esiste e che, altrettanto evidentemente (alla luce di quanto accaduto), è stato sottovalutato dalle autorità che si devono occupare di ordine e sicurezza pubblica.
Il sindaco Dosi parla di “grande preoccupazione” e di “un senso di impotenza e di limite per quanto riguarda le competenze e le possibilità d’azione dell’Amministrazione comunale” e già annuncia la richiesta al Prefetto di convocare una riunione ad hoc del tavolo per l’ordine e la sicurezza pubblica. “Il tema dell’ordine pubblico esplode – dice Dosi – e quello che possiamo fare come Comune è sollecitare le forze dell’ordine per una maggiore collaborazione con i nostri uffici in modo da potenziare nei limiti del possibile l’azione preventiva. Certo, un episodio come quello della Lupa è davvero preoccupante perché rivela un retroterra che a Piacenza probabilmente non si coglie ma che è presente”. E ribadisce: “Le nostre possibilità in tema di ordine pubblico sono limitate e ciò che posso fare e intendo fare è sollecitare una maggiore sinergia con la polizia di Stato e i carabinieri in modo da ottenere un presidio sul territorio che garantisca maggiore sicurezza ai cittadini già segnati dalla crisi e da fattori che di certo non portano alla serenità”.
E sul tema della sicurezza se ne parlerà anche nel ritiro di giunta ormai imminente a Calenzano di Bettola: “Ne parleremo anche perché certe idee che abbiamo comportano spese”.
Episodi del genere, facciamo notare al sindaco riportando le testimonianze raccolte e arrivate alla nostra redazione, rischiano di minare il processo di integrazione in atto a Piacenza. “E’comprensibile che ci sia chi fa questa considerazione – risponde Paolo Dosi – ma non dimentichiamo che a Piacenza il 17% della popolazione residente è di nazionalità straniera e non possiamo fare generalizzazioni che non sarebbero corrette”.
Ancora più decisa la presa di posizione di Massimo Trespidi, presidente della Provincia, che parla di “sconcerto e preoccupazione per quello che è accaduto”. E prosegue: “Riconfermo tutta la collaborazione possibile da parte della Provincia alle forze dell’ordine a cui compete l’ordine pubblico nel nostro territorio. Questo fatto però squarcia il velo su una situazione di sottobosco, di presenza della malavita a Piacenza che non può essere trascurata”.
Ed entrando nel merito del delitto del Baraonda, Trespidi non le manda certo a dire: “Si tratta di un’esecuzione vera e propria quindi evidentemente c’è una situazione sotto il livello dell’acqua rispetto alla quale è necessario intervenire con determinazione e prontezza. E mi permetto di fare anche un considerazione, visto che anche gli amministratori pubblici hanno gli occhi per vedere e le orecchie per sentire, e senza voler dare suggerimenti a chi ha le competenze in materia di sicurezza: si vedono spesso persone che passano le giornate al bar in orario che dovrebbe essere lavorativo, fumando e telefonando con cellulari d’ultima generazione e che viaggiano su auto costose; ebbene, queste persone non credo che facciano del volontariato quindi ritengo che si debba andare ad agire lì, su una presenza malavitose che a volte è davvero ostentata e che senz’antro è sinonimo di spaccio o di attività comunque delinquenziali”.
E conclude: “Se la si vede, questa presenza, non ci si può voltare dall’altra parte. Questo è un compito che le forze dell’ordine hanno ben chiaro e forse è il caso che si intensifichino l’azione e gli interventi a quel livello”.