“Robert De Niro? Gentile e affabile, eravamo una famiglia allargata”

 Robert De Niro compie 70 anni. Tutto il mondo celebra l’attore che ha vinto due Oscar e ha interpretato ruoli memorabili come Noodles di “C’era una volta in America, Vito nel Padrino II, lo spietato Al Capone de “Gli Intoccabili” o il Travis Bickle di “Taxi Driver”. C’è però un personaggio, che lo ha lanciato nel grande cinema non ancora trentenne e che si è sviluppato per oltre un anno nelle campagne tra le province di Piacenza e Parma.

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Parliamo di Alfredo nel film “Novecento”, uscito nel 1976 e girato in gran parte nella “Corte delle Piacentine”. Un enorme casale del 1820, che si estende tra i latifondi storici di Roncole Verdi (Busseto) al confine con la provincia piacentina.

Qui vive ancora la signora Anna, la quale ricorda bene quel “bel giovanotto gentile e affabile”. Perché lei, come molti nella zona, non solo è stata comparsa nella pellicola che raccontava le prime rivoluzioni agrarie del ‘900, l’avvento del Fascismo e la Liberazione, ma ha ospitato e cucinato per la troupe e per l’intero svolgimento delle riprese: “Robert De Niro allora aveva 28 anni, gentile e affabile – spiega la signora Anna -, veniva sempre in casa perché gli facevo i panini. La sua ragazza, invece, mentre lo aspettava, mi dava una mano nell’orto”.

Gente semplice, sia De Niro che Gérard Depardieu (Olmo). Che non hanno mai scordato quell’anno passato nella “Corte delle Piacentine”, tanto da tornare a trovarla. “Robert è venuto una volta, dopo essere passato a mangiare da Cantarelli (Sanboseto), mentre Gérard è venuto tre volte. Tutti e due sono stati molto affettuosi, Gérard anche troppo, mi ha presa e mi ha fatto fare un volo tra le sue braccia. Anche Stefania Sandrelli (Anita Furlan, moglie di Olmo nel film) è tornata con il marito Giovani Soldati (aiuto regista in “Novecento”). Hanno fatto le foto davanti alla stufa che li ha fatti innamorare. Abbiamo vissuto insieme un anno – ricorda guardandosi intorno, come se li vedesse ancora uscire dal cancello dell’azienda – una cosa fuori dall’usuale, era una famiglia allargata”.

Anche perché la “Corte delle Piacentine” era diventato il quartier generale di Bernardo Bertolucci: “Ci davamo tutti del tu, anche con il regista. Lui al mattino veniva sempre a bere il caffè”. Così non è mancata la possibilità di comparire nella storica pellicola: “Io ho fatto le parti con la Sandrelli quando buttiamo il frumento al fattore e poi quando butto i covoni nella macchina. Mentre mio cognato ha fatto la parte di Celso, che è anche nei titoli di coda. Però sembravo più vecchia – dice con un sorriso – perché i giovani li invecchiavano e i vecchi li ringiovanivano, per sembrare tutti più rustici”.