Nell’aprile 2012 i carabinieri della stazione di Bobbio stavano collaborando ad un’operazione antidroga volta a smantellare un giro di spaccio che interessava la Valtrebbia e non solo. Nel corso delle indagini si imbatterono in un uomo straniero in possesso di 100 grammi di marijuana: i militari capirono però che la tipologia di stupefacente in questione non apparteneva allo stesso filone che stavano seguendo in quel periodo. Approfondirono così le indagini e scoprirono che l’erba rinvenuta addosso all’uomo proveniva da due spacciatori ai quali gli affari stavano andando parecchio bene, riuscendo a cedere ai propri clienti anche un centinaio di grammi di ‘maria’ alla volta: si trattava di un albanese di 30 anni e un italiano di 23. Capito che dunque c’era un nuovo giro di spaccio su cui fare luce, nel mese di ottobre 2012 la Compagnia dei Carabinieri di Bobbio avviò ufficialmente le indagini coordinate dal sostituto procuratore Emilio Pisante. I primi risultati arrivarono nel mese di novembre 2012 quando i militari sequestrarono grammi di cocaina, eroina, hashish e marijuana a uno spacciatore di origini albanesi, scoprendo che lo straniero in questione si andava a rifornire nelle province di Milano e Pavia. Individuata dunque la tratta lungo la quale il gruppo si muoveva per acquistare la droga da rivendere nel piacentino, i militari decisero di avviare appostamenti e pedinamenti. Nel dicembre 2012 una pattuglia cominciò a seguire una Fiat Punto con a bordo due uomini, T.R. e A.M. che si erano recati nel milanese per rifornirsi di cocaina: di ritorno a Piacenza, all’altezza di Guardamiglio, i carabinieri hanno intimato l’alt alla vettura che di tutta risposta ha investito la gazzella procurando ferite ai due militari a bordo. Il passeggero della Fiat è stato fermato, mentre il conducente è riuscito a fuggire ed è tuttora ricercato.
Al termine delle indagini il bilancio parla di 6 arresti e 3 denunce. Per quanto riguarda la droga invece sono stati sequestrati in tutto 20 grammi di cocaina, 15 di hashish, 10 di eroina e 110 di marijuana.
L'ORGANIZZAZIONE
Una vera e propria organizzazione, seppur di piccole dimensioni. Al vertice pare ci fosse un tunisino di 19 anni che, a dispetto della giovane età, figurava già come il capo del gruppo. Alle sue ‘dipendenze’ altri giovani nordafricani, albanesi e italiani. Come detto il gruppo andava a rifornirsi in alcune zone della Lombardia per poi distribuire lo stupefacente a Piacenza e provincia. Un gruppo che ha sorpreso gli inquirenti per la prudenza con cui agiva: da un lato gli spacciatori si incontravano con i clienti con i volti travisati per rendersi irriconoscibili, dall’altro prima di incontrare un avventore attendevano qualche istante e ne seguivano i movimenti da lontano per poter escludere la presenza di forze dell’ordine in appostamento ed eventuali trappole. Addirittura possedevano diverse schede SIM che cambiavano di volta in volta per essere meno rintracciabili. In ultimo, durante le telefonate con fornitori e clienti, utilizzavano un linguaggio in codice senza mai nominare parole come ‘droga’ e termini affini: per essere sicuri di parlare con le persone giuste avevano ideato una parola d’ordine, “derdouk”, pronunciata la quale la conversazione poteva prendere il via senza timori. Il giro di spaccio era fiorente: i carabinieri hanno segnalato 52 clienti di tutte le età e fasce sociali. Ad alcuni di loro, come già detto, venivano cedute anche centinaia di grammi in una volta sola. Le indagini proseguono anche perché due dell’organizzazione mancano tuttora all’appello e si teme possano essere già emigrati in altre nazioni.