L’Università Cattolica di Piacenza ha recentemente accolto un gruppo di studenti iscritti all’International Master of Science “Vintage” (acronimo di Vine, Wine and Terroir Management), sostenuto dal programma dell’UE Erasmus Mundus con l’obiettivo di formare manager del settore viti-vinicolo con visione mondiale delle problematiche tecniche, economiche e commerciali. Giunto all’undicesimo ciclo, il Master è coordinato dall’Ecole Supérieure d’Agriculture (ESA) di Angers e vede la partecipazione di altre otto istituzioni universitarie europee (Spagna, Portogallo, Ungheria, Grecia, Romania, Svizzera, Italia) e di due extra-europee (Sud Africa e Cile); gli atenei italiani coinvolti sono l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, il cui referente è il professor Stefano Poni, e l’Università degli Studi di Bologna.
Il Master Vintage ha durata biennale ed è articolato in 9 moduli formativi itineranti poiché validati ciclicamente presso le sedi consorziate secondo uno schema consolidato e consultabile all’indirizzo www.vintagemaster.com. Tra i mesi di aprile e giugno 2013, 23 studenti (provenienti da Francia, Portogallo, Ungheria, Russia, Ucraina, Bulgaria, USA, Cina, Messico, Honduras e Argentina) interessati allo studio e alla valorizzazione della viticoltura europea, hanno frequentato inizialmente un corso di italiano coordinato dall’Ufficio UCSC International di Piacenza per poi dedicarsi completamente allo studio della viticoltura. Secondo Chang e Jing, studentesse cinesi, “il corso di Italiano è stato veramente efficace poiché ha permesso di affrontare i piccoli problemi quotidiani fornendo altresì le basi necessarie a comprendere le informazioni riportate sulle etichette di vino oppure a intrattenere semplici dialoghi con i produttori di vino incontrati durante le visite didattiche e in occasione delle manifestazioni organizzate in città”.
Il carico didattico più corposo – spiega il prof. Stefano Poni – è stato certamente rappresentato dal modulo di Viticoltura. Si è trattato di un corso intensivo (12 ECTS) della durata di sei settimane durante il quale sono stati affrontati gli aspetti fondamentali e più generali della disciplina tra cui la botanica, l’ampelografia e la fisiologia della vite. Successivamente, sono stati approfonditi gli aspetti di ecologia viticola e propagazione nonché le problematiche relative alla tecnica colturale e alla razionalizzazione della gestione del vigneto nell’ambito di un’agricoltura sostenibile a livello ambientale e socio-economico. In questo contesto hanno trovato spazio alcuni seminari dedicati a tematiche particolarmente attuali tra cui il cambio climatico e la viticoltura di precisione che hanno visto come relatori ricercatori affermati in ambito internazionale. Lo sforzo organizzativo è stato ampiamente riconosciuto dagli studenti. Secondo Audrey, studentessa francese, e Asael, messicano, “il corso è stato ben organizzato e molto interessante. Abbiamo apprezzato in particolare gli interventi qualificati dei diversi ricercatori e le provocazioni lanciate da alcuni attori della filiera vitivinicola”. Scambiando alcune opinioni con altri colleghi tra cui Iryna (Ucraina), Monica (Honduras) e Facundo (Argentina) traspare la “soddisfazione nei confronti del corso appena terminato e l’entusiasmo trasmesso dal corpo docente; siamo rimasti colpiti dalla passione con cui ci sono state comunicate le nozioni di viticoltura, ma in particolare dalla dimensione umana che ha caratterizzato la nostra permanenza in Cattolica. Abbiamo inoltre apprezzato la possibilità di discutere e confrontarci con i docenti anche fuori dall’orario delle lezioni e durante le visite didattiche”.
Nell’ambito della programmazione didattica – sottolinea il dott. Matteo Gatti, membro del collegio docenti del Master- è stato realizzato un piano di visite tecniche presso le principali realtà vitivinicole italiane che ha rappresentato, tra l’altro, l’occasione per verificare e approfondire in campo i diversi argomenti già trattati in aula. Il programma è stato particolarmente apprezzato dagli studenti che hanno potuto incontrare numerosi operatori della filiera vitivinicola (spesso laureatisi a Piacenza) ai quali va il mio personale ringraziamento – prosegue Gatti – per aver aperto le porte di prestigiose cantine intrattenendo con grande professionalità i visitatori. La prima uscita ha avuto come meta l’Oltrepò Pavese e i Colli Piacentini dove, nel raggio di pochi chilometri è stato possibile constatare le peculiarità del “terroir” del Buttafuoco storico, conoscere le produzioni spumantistiche (per la quasi totalità derivate dalla vinificazione con metodo classico del Pinot nero) nonché le caratteristiche principali della viticoltura piacentina e la tecnica di produzione dei vini frizzanti come il Gutturnio e la Malvasia della Cantina di Vicobarone. “Si tratta di vini decisamente diversi rispetto al gusto internazionale e alle nostre abitudini” – afferma Manon, proveniente dalla Côtes du Rhône – “la degustazione del Gutturnio frizzante è stata di certo sorprendente nonostante la maggior parte di noi abbia poi preferito il Gutturnio fermo”! Successivamente gli studenti hanno visitato la Franciacorta, la Valpolicella, e il Trentino Alto Adige. Particolare attenzione è stata riservata alla viticoltura piemontese delle Langhe e del Monferrato. Nell’astigiano sono state discusse le problematiche della Barbera d’Asti mentre, nell’alessandrino, è stata organizzata un’affascinante visita nel mondo dei vini dolci aromatici quali il Moscato d’Asti e il Brachetto d’Acqui. Nelle Langhe è stato possibile focalizzare l’attenzione sui diversi terroirs del Barolo e del Barbaresco dove il Nebbiolo si esprime in una maniera unica al mondo. “Le visite tecniche sono state molto interessanti – afferma Coline, anch’essa francese – abbiamo scoperto la grande varietà dei vitigni italiani e delle specifiche forme d’allevamento, paesaggi indimenticabili che conferiscono un carattere di unicità ai vini e che ci porteremo sempre nella memoria. L’accoglienza presso le aziende è stata magnifica, gli italiani hanno un incredibile senso della condivisione sia nel comunicare le proprie competenze sia nel proporre la degustazione dei propri vini”. Al termine delle lezioni, sempre guidati dai docenti della Cattolica, il Master è proseguito alla scoperta della viticoltura dell’Italia nord-orientale e di quella centrale dove, in particolare, l’attenzione si è rivolta ai risultati viticoli ed enologici del Sangiovese e del Montepulciano in differenti agrosistemi di Toscana, Umbria, Marche e Abruzzo.
Tralasciando gli aspetti puramente didattici, il master ha rappresentato un’importante occasione di internazionalizzazione favorendo interessanti scambi culturali tra docenti, studenti e non solo! La vita studentesca infatti era incentrata principalmente presso la facoltà di Agraria ma non sono mancate le occasioni per visitare Piacenza e i Colli Piacentini, oppure località limitrofe di grande valore storico e culturale. Un gruppo di studenti francesi tra cui Morgane, Antoine e Constance ha “particolarmente apprezzato la struttura universitaria, moderna, pulita e ben attrezzata così come il campus, dotato di zone wi-fi e di un bar presso il quale trascorrere piacevoli pause caffè”. Sono dello stesso parere anche Marcia, portoghese, e Marie-Paule, alle quali è piaciuta molto anche la città: “il centro è bello e accogliente, Piacenza è molto tranquilla ma, con l’arrivo della bella stagione, non sono mancati concerti all’aperto, manifestazioni e altre occasioni di ritrovo nella splendida Piazza Cavalli”. Secondo Brenda (Messico) e Marie, “Piacenza rappresenta molto bene lo spirito delle piccole città italiane, è la città ideale per gli studenti poichè tutti i servizi sono facilmente raggiungibili a piedi oppure, come nel caso dell’Università di San Lazzaro, con le biciclette pubbliche noleggiate dal Comune”. Alissa, studentessa americana, insieme ad altri 4 colleghi, ha trovato casa a Vidiano a circa 35 minuti dall’università. “E’ un piccolo paese con poche case e vicini estremamente accoglienti coi quali siamo diventati amici condividendo le nostre culture e sentendoci anche noi un po’ piacentini”. La testimonianza di Junfeng, studente cinese, è inequivocabile: “I piacentini sono davvero gentili, mi sono sentito a casa per l’intera durata del mio soggiorno a Piacenza”! “La cucina e i vini italiani sono stati una grande scoperta – affermano Ludivine e Charly – in Francia conosciamo esclusivamente la parte emergente dell’iceberg! I salumi piacentini sono eccellenti e la Coppa piacentina si merita una menzione speciale! Qui la cucina è ideale per gli amanti dei formaggi e della pasta (non solamente pizza e spaghetti!) ma c’è anche una deliziosa carne di cavallo e tantissimi altri piatti eccellenti”.
Ludivine e Alissa sono anche le rappresentanti della promozione e tengono a ringraziare il personale dei vari uffici dell’Università Cattolica e lo staff dell’Istituto di Frutti-Viticoltura per l’accoglienza e la disponibilità dimostrata: “Il soggiorno a Piacenza ha contribuito fortemente alla costruzione della nostra carriera di professionisti del vino rappresentando un’esperienza indimenticabile per tutti noi”. Gli studenti sono partiti da pochi giorni – conclude il dott. Maurizio Zamboni, membro del collegio docenti – ma con buona probabilità alcuni di loro potranno ritornare in Italia già all’inizio del prossimo anno per svolgere lo stage presso una cantina oppure presso l’Istituto di Frutti-Viticoltura dove potranno cimentarsi con una vera esperienza di ricerca. Le iscrizioni per il prossimo ciclo (2013-2015) si apriranno in autunno; occorre considerare che vi è un numero programmato massimo di 25 studenti e che la quota biennale di iscrizione è di 11.000 euro. Saranno, tuttavia, disponibili borse di studio. Ulteriori informazioni possono essere richieste al professor Stefano Poni, Istituto di Frutti-Viticoltura dell'Università Cattolica S. Cuore di Piacenza (tel. 0523 599267, stefano.poni@unicatt.it).