“No alla chiusura dell’ospedale di Fiorenzuola”. La protesta e’ arrivata oggi anche davanti al palazzo della Provincia a Piacenza, poco prima dell’inizio della conferenza socio sanitaria. “Non ci fidiamo della politica e delle sue promesse” hanno detto i cittadini che hanno organizzato il gesto dimostrativo e scritto il lungo striscione che ha accolto politici e dirigenti dell’Asl all’entrata di via Garibaldi. Lo ricordiamo, a seguito del cambio di normativa antisismica, l’ospedale vecchio di Fiorenzuola e’ stato previsto che chiuda dall’azienda sanitaria per circa 2 anni e mezzo per intervenire con lavori di messa in sicurezza (e una spesa prevista di circa 12 milioni di euro, di cui 2 gia’ stanziati). In seguito e’ stato il momento dell’apertura, affidata al presidente Massimo Trespidi che e’ stato molto duro, alla presenza dell’assessore regionale Carlo Lusenti e al direttore Andrea Bianchi: “Il metodo e’ stato superficiale, senza rispetto di fronte al presidente e della conferenza socio sanitaria stessa. Proprio perche’ questo e’ il luogo deputato per la programmazione su questi temi. sono stato avvisato il 16 luglio e dagli organi di informazione il 17”. Sempre per quanto riguarda il metodo, il presidente Trespidi ha puntualizzato che “dalle carte che ho acquisito risulta che direzione dell’Asl e qui di la Regione, erano informati di questa situazione dai primi mesi del 2013. Trovo grave che sia stata gestita in questo modo”. Inoltre, il presidente della conferenza socio sanitaria Massimo Trespidi ha paventato il rischio che “i pazienti, invece di andare a farsi curare a Castelsangiovanni e Piacenza, vadano a Fidenza, come gia’ in parte avviene”. Ha poi preso la parola l’assessore alla Sanita’ Lusenti, il quale, senza entrare nel merito del metodo utilizzato per dare comunicazione al territorio, ha spiegato le ragioni della scelta di chiudere l’ospedale e avviare i lavori: “Dopo il crollo del 2002 della scuola a San Giuliano, con alcuni bambini morti, successivamente sono cambiate le norme mettendo l’obbligo di ricognizione completa di strutture strategiche e di interesse della collettivita’. Ma l’avvio e’ semore stato prorogato, fino al 2012 quando avviene il terremoto in Emilia e quindi, pur sapendo che nessuno avrebbe finanziato questo tipo di interventi, dichiamo basta. Noi la ricognizione e le verifiche le facciamo in tutti ospedali, ambulatori e strutture sanitarie”. In seguito Lusenti ha letto la relazione, che l’Asl aveva effettuato tramite esperti per conoscere la stabilità dell’ospedale i caso di eventi sismici ma non solo: “Non siamo sicuri neppure che regga staticamente al peso dei lavori effettuati negli anni successivi (negli anni ’80, mentre l’ospedale e’ degli anni ’50, ndr). Per questo si apre in tutta oggettività un problema, non creato dalla Regione o dall’Asl ma per chi in quella struttura va a farsi curare”. Per quanto riguarda i finanziamenti, l’assessore alla Sanità e’ stato molto chiaro: “I soldi c’è li mettiamo noi come Regione. Li troviamo e non aspettiamo che ce li dia qualcun altro. Che siano 10 o 12 milioni di euro”.