Intorno alle 2,30 della notte tra sabato e domenica, una famiglia residente in via Barattieri ha sentito rumori provenire dall’appartamento limitrofo, in quel momento vuoto, essendo la famiglia proprietaria in vacanza. Comprensibilmente insospettiti, i residenti hanno chiamato la polizia. Nel momento preciso in cui gli agenti sono giunti sul posto, dal balcone della casa visitata dai ladri, si sono affacciati gli stessi malviventi, un vero e proprio faccia a faccia. E’ iniziato così l’inseguimento.
L'INSEGUIMENTO
I ladri sono scappati a piedi e hanno cominciato a correre attraverso i palazzi: un vero e proprio percorso ad ostacoli tra siepi, giardini, cancelli, garage e tetti di case. Dalla questura è stato lanciato l’allarme a tutte le volanti a disposizione e anche ai carabinieri. Con l’ausilio delle automobili le forze dell’ordine hanno cinturato tutta la zona cercando di bloccare ogni va di fuga ai ladri, mentre i militari e gli agenti della questura, a piedi, hanno iniziato un affannoso inseguimento, senza perdere di vista nemmeno per un secondo i malviventi e i loro spostamenti. Ad un certo punto uno dei due ladri, nel tentativo di scavalcare un cancello, è caduto riportando una frattura al malleolo. Incapace di continuare la fuga si è nascosto tra alcuni rottami gettati nei pressi di un’abitazione in via Passerini. E’ lì che i carabinieri, nella fattispecie il brigadiere Gambarelli e l’ispettore Bongiorni, lo hanno trovato e bloccato. L’uomo non ha posto resistenza anche perché molto dolorante a causa della frattura ed è stato accompagnato in questura.
Interrogato, il ladro ha ammesso tutto ma ha fornito un falso nome, dicendo di chiamarsi Stafa Eldorado. Dal confronto fotografico, invece, la polizia ha scoperto di trovarsi di fronte a Stafa Oltion, albanese di 29 anni. Il giovane aveva precedenti ed era stato oggetto in passato di un provvedimento di espulsione volontaria: vale a dire che era stato scoperto irregolare e aveva accettato di tornare spontaneamente in Albania. Oltion ha dunque ammesso di aver preso parte al colpo, ma si è rifiutato di fornire informazioni sul complice. Ora si trova all’ospedale di Piacenza per curarsi il malleolo, piantonato costantemente dalle forze dell’ordine. Dovrà rispondere delle accuse di furto, resistenza a pubblico ufficiale e di false generalità.
ESEMPIO DI COLLABORAZIONE
Un’operazione emblematica per quanto riguarda la collaborazione interforze e non solo. Lo spiegano il capo di gabinetto della questura Stefano Vernelli e il capitano dei carabinieri Filippo Lo Franco. Da una parte la collaborazione sul campo e la precisa organizzazione: volanti dislocate nei punti giusti per chiudere ogni via di fuga ai malviventi e squadre a piedi che hanno davvero creato una fitta rete che alla fine ha permesso il fermo di uno dei due ladri. Dall’altra anche il coordinamento tra le centrali operative della questura e della caserma di viale Beverora che hanno mantenuto i contatti in maniera costante e costruttiva. Un meccanismo perfettamente oliato che ha funzionato a dovere. Altro aspetto fondamentale la collaborazione dei cittadini: svegliati dal trambusto, i residenti si sono affacciati ai balconi intuendo ben presto cosa stava succedendo. E proprio dai balconi hanno supportato le forze dell’ordine indicando loro dove si trovavano all’occorrenza i malviventi in fuga.