La Corte dei conti ha bloccato il cosiddetto Decreto Balduzzi che imponeva per legge agli impianti sportivi italiani di dotarsi di defibrillatori semiautomatici. Morale, cardioproteggersi sarà ancora un optional per le società dilettantistiche e professionistiche. Un passo indietro gravissimo, secondo Daniela Aschieri di Progetto Vita, l’associazione che da anni si batte per diffondere la cultura della cardioprotezione e di fatto ha resto Piacenza la città più sicura d’Europa da questo punto di vista.
Delusione, dunque, anche se la stessa Aschieri aveva già avuto avvisaglie non positive sul tema: "A un recente congresso a cui ho partecipato e nel quale mi hanno interpellato – spiega la cardiologa piacentina – ho notato che c'erano molte ritrosie sul decreto che imponeva l'obbligatorietà dei defibrillatori, come se spendere 2mila euro per un apparecchio del genere fosse considerato un fardello mentre evidentemente non è considerato tale avere la vita di un giovane che magari potrebbe essere salvato su un campo da calcio o da tennis".
Grande amarezza dunque da parte della storica responsabile di Progetto Vita che in Italia vanta testimonial d'eccezione come Lorella Cuccarini; delusione per "l'arretratezza culturale che ancora una volta dimostra questo Paese quando c'era la possibilità di primeggiare in Europa". E l'obbligatorietà dei defibrillatori sarebbe stata una sorta di consacrazione del principio della cardioprotezione per il quale si batte da ormai tre lustri l'associazione Il Cuore di Piacenza con Progetto Vita.
C'è anche da dire che Piacenza continua a rappresentare un'eccellenza in questo senso a livello nazionale con i suoi 73 impianti già dotati di defibrillatori ai quali si andranno ad aggiungere – ha confermato l'Aschieri – altri dieci impianti per il Bovo Day più altri due. In tutto dunque 85 impianti che di fatto rappresentano più di un terzo della totalità degli impianti presenti sul territorio piacentino.