Diga del Brugneto, Legambiente: “Rivedere da capo la concessione”

Raggiunto un accordo tra Regione Emilia e Liguria sui rilasci aggiuntivi di acqua del Brugneto, rispetto ai 2 milioni e mezzo di metri cubi stabiliti dalla normativa in vigore. Da anni Piacenza chiede a Genova di rinegoziare i rilasci idrici, e il 12 luglio prossimo queste richieste potrebbero essere esaudite. Un passo avanti importante per Legambiente. Secondo gli ambientalisti, però, l’obiettivo ultimo deve essere una reale ripubblicizzazione dell' acqua raccolta dalla diga, e una revisione radicale della  concessione, attualmente in vigore ma in scadenza al 2014 per la produzione di energia elettrica.

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IL COMUNICATO DI LEGAMBIENTE

Le dighe e le infrastrutture del Servizio Idrico Integrato sono un bene comune a servizio dei bisogni collettivi  e non una merce per arricchire gli azionisti di una SpA”. La gestione dell'acqua tra le due Regioni, alla luce degli esiti del Referendum, deve basarsi sul principio fondamentale secondo cui, indipendentemente dalla attuale proprietà delle infrastrutture di raccolta e delle reti di distribuzione, la gestione dell’acqua deve avere un prevalente uso pubblico e deve essere indirizzata prioritariamente al soddisfacimento dei  bisogni della collettività.  Questo principio deve produrre degli effetti decisivi in occasione della scadenza della concessione per usi idroelettrici, nel 2014,  usi senza dubbio importanti e utili, ma assolutamente secondari rispetto all’uso idropotabile, alla conservazione dell’ecosistema del fiume Trebbia e al soddisfacimento dei fabbisogni irrigui del versante emiliano.

Sotto questo profilo, pur non conoscendone ancora i contenuti, è certamente un passo in avanti l'accordo raggiunto tra la Regione Emilia e Liguria  sui rilasci aggiuntivi di acqua del Brugneto, rispetto ai 2,5 milioni di mc stabiliti dal disciplinare in essere; un merito che va riconosciuto ai due Assessori Regionali. Da anni chiediamo una rinegoziazione dei rilasci, quindi questo accordo e positivo, ma occorre certamente non fermarsi qui ed andare oltre, facendo ulteriori passi verso la direzione di una reale ripubblicizzazione dell' acqua raccolta dalla diga, e di una revisione radicale della  concessione, attualmente in vigore ma in scadenza al 2014 per la produzione di energia elettrica.

Il tema centrale non deve più essere il guadagno degli azionisti di iren  ma il soddisfacimento dei bisogni collettivi e primari delle due collettività, con una gestione economica equilibrata e

certamente non indirizzata al mero conseguimento di utili, a danno del territorio , dell’ambiente  e del Trebbia(DMV) e dell’agricoltura del versante emiliano . Tutta l’acqua che non è necessaria a Genova, per rifornire la rete degli acquedotti , deve tornare al versante piacentino. Per questo motivo e assolutamente necessario che sia effettuato un nuovo studio sulle necessità idriche dei due versanti, ligure e piacentino e crediamo che l ente deputato a farlo  debba essere l Autorità di Bacino . Verificati i bisogni idrici acquedottistici di genova, tutto il resto  deve ritornare al bacino del Trebbia per le sue necessità ambientali ed agricole.

È necessario inoltre che la gestione di questa acqua sia comune ed unitaria tra i due versanti, trovando forme di gestione innovative, dove le due comunità abbiano peso, mediante meccanismi di consultazione ben definiti.

Fra gli obbiettivi a breve termine delle associazioni piacentine e genovesi c è anche quello di verificare l' effettiva legittimità dell’attuale gestore “Mediterranea delle Acque” a derivare l'acqua per il Brugneto. Legittimità che, da alcune indagini preliminari, non  risulterebbe giuridicamente confermata. Se così fosse (ma per una verifica più approfondita sarebbe utile, anzi doveroso, il sostegno economico delle amministrazioni locali e delle associazioni di categoria agricole),   l'attuale gestore potrebbe non avrebbe di fatto  titolo  legittimo a derivare le acque, titolo che ritornerebbe automaticamente in capo allo Stato, quindi in mano pubblica, con nuove e favorevoli prospettive anche per la comunità piacentina.