Violentata nella tenda da campeggio in riva al Trebbia, a Marsaglia, da due giovani conosciuti poco tempo prima. E' in estrema sintesi il quadro accusatorio di cui devono rispondere due trentenni cremonesi contro i quali ha puntato il dito una ventenne, sempre di Cremona: «Ero ubriaca, mi hanno portato in tenda e poi mi sono trovata mezza nuda, sanguinante e dolorante».
Un racconto davvero pesante quello che ha fatto questa mattina in tribunale nell'ambito della prima udienza di un processo che si preannuncia combattuto. Di fronte al collegio presieduto da Italo Ghitti, con Maurizio Boselli ed Elena Stoppini giudici ”a latere”, alla presenza del pm Emilio Pisante, ai difensori e alle parti civili, ha parlato proprio la parte offesa che all'epoca dei fatti – era il 5 agosto 2011 – era diciannovenne. L'episodio sarebbe avvenuto nel contesto di una serata tra amici arrivati da Cremona in alta Valtrebbia per passare una serata in allegria e una nottata in tenda. Serata “alcolica”, a quanto pare, tant'è che a un certo punto la ragazza si sarebbe sentita male e i due giovani oggi imputati si sarebbero offerti di accompagnarla in tenda. Circostanza che loro stessi avrebbero poi confermato anche in sede di indagine.
Le versioni discordano su quel che è avvenuto all'interno della tenda in questione. La ragazza sostiene di essere stata violentata e di averlo realizzato solo qualche ora dopo, viste il suo stato di ebbrezza. A conferma della sua versione c'è il referto del medico che ha poi visitato la 19enne e che oggi ha testimoniato in aula: prima dell'episodio oggetto del processo la ragazza era vergine e avrebbe perso la verginità proprio quella notte.
Al banco di testimoni sono stati chiamati anche un'amica della giovane parte offesa e il fidanzato dell'epoca, che a quanto pare non si era accorto di nulla.
L'udienza è quindi stata sospesa e il processo rinviato al prossimo 3 ottobre.