Udienza affollatissima questa mattina nell'ambito del processo sulle cosiddette tessere false dello Spi Cgil, il sindacato dei pensionati più rappresentativo della città e della provincia. Al banco dei testimoni, di fronte al giudice Maurizio Boselli, al pm Antonio Rubino e ai difensori degli imputati, è stato chiamato il luogotenente dei carabinieri di Piacenza Roberto Penge che ha ricostruito le prime fasi dell'indagine nata nel 2009 e poi salita alla ribalta delle cronache, anche nazionali: uno scandalo che aveva portato alla rivoluzione dei vertici della Camera del lavoro piacentina e un dibattito interno i cui strascichi sono durati per anni.
Oggi in aula c'era gran parte dei dirigenti della Cgil piacentina e regionale: su tutti Gianni Copelli, oggi a Bologna ma all'epoca dei fatti segretario generale della Cdl e autore della segnalazione che di fatto ha dato il via agli accertamenti svolti dai militari dell'Arma. E oggi il luogotenente Penge ha proprio parlato di quella segnalazioni, poi integrata da una sorta di memoria nella quale si fornivano i dettagli di una vicenda successivamente divenuta tristemente nota: numerosi pensionati erano stati iscritti a loro insaputa allo Spi e si trovavano a pagare, sempre a loro insaputa, la tessera annuale.
Pochi euro a testa ma quanto bastava per far scoppiare uno scandalo di proporzioni nazionali. I pensionati iscritti indebitamente sono poi stati risarciti del tutto per iniziativa dei nuovi vertici della categoria sindacale oggi guidata da Tamer Favali, presente in aula. La prossima udienza è già stata fissata al 15 luglio.