“Arisi era un punto di riferimento per l’arte di Piacenza”. A riprova del valore del critico piacentino, scomparso oggi all’età di 92 anni, le parole di Vittorio Sgarbi, sicuramente uno degli studiosi d’arte più noti in Italia. Sgarbi, che quando si parla della sua materia dismette i panni del polemista televisivo, ha avuto parole di elogio per il professor Ferdinando Arisi e i suoi studi: “Era tra i maestri della prima parte del '900 fino ad arrivare alla mia generazione. Ha dedicato la vita alla storia dell’arte e ai musei di Piacenza” ha detto il critico. Senza dimenticare “che è stato fondamentale per artisti come Gian Antonio Pannini e Felice Boselli. Per cui si è trovato ad essere di riferimento per molti studiosi e collezionisti”.
Numerosi i rapporti di collaborazione avuti tra i due, in particolare per gli eventi organizzati dalla Banca di Piacenza. E infatti Vittorio Sgarbi, nel ricordare i momenti di incontro con Arisi, non ha mancato di citare “gli allestimenti che grazie al presidente Corrado Sforza Fogliani erano state affidati ad Arisi e che hanno fatto da punto di incontro tra noi”. Fra i tanti, “a Palazzo Galli in uno dei quali ci siamo visti in tempi non troppo lontani, lui nella sua piena maturità e io affrontando un argomento elegante come la pittura neoclassica a Piacenza. Ma poi anche per collaborazioni su pittori che rientrano nell’arte del ‘900, tra i quali Foppiani o Armodio”.
E ancora in tempi più recenti, pur sapendo che il critico d’arte piacentino non stava bene, Sgarbi non aveva rinunciato a consultarlo poco più di un mese fa per chiedergli consiglio: “Ci siamo sentiti per telefono e l’ho chiamato dopo aver visitato la mostra di Verdi. L’ultima volta che l’ho visto di persona è stata per la mostra di Gaspare Landi che avevamo curato insieme. Avevamo un tema di studi comune e lui aveva fatto approfondimenti e scoperte significative in questo campo con molta eleganza di studioso che lo ha fatto diventare un riferimento per la pittura barocca e settecentesca” ha chiosato.