In questi ultimi anni, i dipendenti della pubblica amministrazione sono diminuiti in maniera costante, anche in conseguenza di politiche improntate al blocco del turn over, per cui a fronte del pensionamento dei lavoratori più anziani non si è provveduto a effettuare nuove assunzioni. La progressiva riduzione dei dipendenti del Comune di Piacenza porterà, di qui al 2015, a un ulteriore calo del personale: dalle 672 unità attuali, alle ipotizzate 646 cui si arriverà entro i prossimi due anni. Da qui la lamentela dei dipendenti pubblici: “Pur non volendo mettere in alcun modo in discussione le qualità e le competenze dei dirigenti del Comune di Piacenza, riteniamo che anche nei loro confronti dovrebbe essere attuata quell’azione di razionalizzazione e contenimento dei costi che ha riguardato, per il personale precario e per i dipendenti che non rivestono ruoli dirigenziali, tutti i comparti dell’ente. In caso contrario, appare evidente che le scelte dell’Amministrazione non rispondono a criteri di equità, né di correttezza”.
IL COMUNICATO INTEGRALE
In questi ultimi anni, i dipendenti della pubblica amministrazione sono diminuiti in maniera costante, anche in conseguenza di politiche improntate al blocco del turn over, per cui a fronte del pensionamento dei lavoratori più anziani non si è provveduto a effettuare, con nuove assunzioni, le necessarie sostituzioni. La progressiva riduzione dei dipendenti del Comune di Piacenza, in atto ormai da tempo, rientra appieno in questo quadro e porterà, di qui al 2015, a un ulteriore calo del personale: dalle 672 unità attuali, alle ipotizzate 646 cui arriveremo entro i prossimi due anni. A fronte di queste cifre, non possiamo dimenticare che il Piano occupazionale 2013-2015 del Comune di Piacenza conta ben 550 mila euro destinati a consentire, guarda caso, l’aumento del numero di dirigenti e la loro stabilizzazione (da 17 a 20), mentre il personale non dirigente diminuisce di circa 10 unità all'anno.
D’altra parte, i dati numerici non possono che confermare quanto è già sotto gli occhi dei cittadini, attraverso i servizi erogati: basti pensare alle tante voci levatesi dalla comunità per segnalare l’esigenza di un più capillare presidio del territorio da parte della Polizia Municipale, che ad oggi non ha le risorse umane necessarie, nonostante la professionalità degli agenti, a garantire una presenza maggiore nelle diverse aree urbane. Per non elencare tutti i settori in cui la carenza di personale è stata tamponata ricorrendo al forte utilizzo di colleghi precari, come avviene in misura considerevole per le educatrici all’interno degli asili nido comunali. Ed è proprio con riferimento particolare a queste lavoratrici, che quotidianamente vivono l’incertezza sul proprio futuro, che intendiamo dare voce a un disagio concreto e crescente. Pur non volendo mettere in alcun modo in discussione le qualità e le competenze dei dirigenti del Comune di Piacenza, riteniamo che anche nei loro confronti dovrebbe essere attuata quell’azione di razionalizzazione e contenimento dei costi che ha riguardato, per il personale precario e per i dipendenti che non rivestono ruoli dirigenziali, tutti i comparti dell’ente. In caso contrario, appare evidente che le scelte dell’Amministrazione non rispondono a criteri di equità, né di correttezza. Non solo nei confronti dei propri lavoratori, ma in primo luogo nel rapporto con i cittadini, che dovranno rivolgersi a servizi sempre meno in grado di dare risposte rapide ed efficaci alle loro legittime richieste e necessità. A cominciare dal diritto, per i bambini e le loro famiglie, ad avere punti di riferimento che diano continuità educativa e affettiva in un percorso formativo delicato come l’asilo nido, dove le operatrici, se non verranno compiute scelte diverse, potrebbero cambiare annualmente in ogni sezione.
Per le RSU
Maurizio Crespoli
Maria Elena Molinari
Tatiana Morelli