Legambiente e Fipsas contro quello che definiscono il Far West delle gare di Enduro. Come ogni anno le gare di enduro e fuoristrada , anche estremo, non si contano sul nostro territorio provinciale, “un vero e proprio Far West in spregio alla legge ed al buon senso, purtroppo permesse da alcuni comuni e comunità montane che di prassi autorizzano percorsi in aree assolutamente vietate” spiegano in una nota Laura Chiappa di Legambiente e Claudio Ghelfi della Fipsas. L’associazione ambientalista e la Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee chiedono l’apertura di un tavolo in Prefettura.
IL COMUNICATO
Alcuni giorni fa ad esempio si è svolta una gara di campionato Nazionale Enduro organizzata dalla Federazione nazionale insieme al Moto club di Bobbio tra i Comuni di Bobbio e Coli su mulattiere e sentieri forestali ed in gran parte sulle aree Sic di della Pietra Parcellara Sassi neri e su quella di Monte Capra, Armelio e Tre Abati, con parere negativo del Corpo forestale dello Stato, ma come questa, molte altre gare e manifestazioni nei prossimi mesi si svolgeranno sul territorio tutte le domeniche, tutte in gran parte in aree vietate.
A Bobbio gli organizzatori avevano incredibilmente chiesto di far passare parte del percorso anche sul greto del Trebbia, del Perino e del Dorba, tutte aree SIC , con piccoli interventi con ruspe per sistemare la pista e taglio della vegetazione, autorizzazione non concessa , molto correttamente, dalla Provincia e dalla Regione e dal Comune di Travo, per i tratti di competenza, per l'evidente incompatibilità di questo sport con la tutela ambientale dei nostri meravigliosi fiumi e torrenti, per evidenti problemi di dissesto idrogeologico , oltre al disturbo incredibile alla fauna ittica e non, creato del passaggio di oltre 150 moto , in continuo per due giorni.
Non altrettanto è stato fatto da Comuni di Bobbio e Coli e dalla Comunità Montana che hanno autorizzato, come del resto fanno da anni, il passaggio di questa gara di Enduro in aree assolutamente vietate dalle norme provinciali e regionali, come sentieri e mulattiere ,questo nonostante l'incredibile quantità di pioggia caduta in questi mesi che li ha certamente resi fiumi di fango ed il pericolo evidente a tutti di creare ulteriori fenomeni di dissesto, oltre a quelli gravissimi già in corso. Le autorizzazioni riguardano tra l'altro aree SIC per le quali occorrerebbe fare una valutazione di incidenza e ci piacerebbe sapere se la Comunità montana l'ha effettuata, non essendo chiaro nell'atto. Tra le prescrizioni date ci sono poi vere e proprie perle giuridiche: si autorizza il passaggio delle moto nelle aree sic prevedendo da una parte che non si attraversino prati, pascoli ed aree boschive, vietate dalla legge, ma dall'altra che si percorrano nelle stesse aree, sentieri e strade, come se non passassero attraverso boschi, pascoli o prati, un evidente escamotage per non osservare la legge che ne vieta l'utilizzo. Si chiede inoltre di ridurre l'inquinamento acustico causato dal pubblico per tutelare la fauna, dimenticando il rumore del passaggio di 150 moto in continuo per ore.
Lo ribadiamo una volta per tutte, per la legge regionale le gare di fuoristrada si possono autorizzare in deroga alle prescrizioni di massima forestale solo sulla viabilità ordinaria, sulle strade e piste forestali, ma mai su sentieri, mulattiere, boschi,pascoli e terreni agrari . Sono poi sempre vietati i percorsi negli alvei dei fiumi e torrenti ai sensi della legge Galasso, del Piano paesistico Regionale e del PTCP Provinciale. Ed allora perchè si continuano a dare autorizzazioni in contrasto con la legge?
Esiste poi un ulteriore problema, le autorizzazioni quando le gare percorrono più Comuni, possono essere molte, Prefettura, Comunità montana, singoli Comuni, Provincia, Regione, Servizio Tecnico di Bacino , parere del Corpo forestale dello Stato, ma non esiste ad oggi purtroppo un ente che faccia da capofila per vedere, in base alle autorizzazioni o ai dinieghi dati, quale debba essere alla fine il corretto percorso della gara , e questo a tutela non solo del rispetto delle norme per la tutela del territorio, ma anche dei proprietari dei terreni a veder tutelato il loro diritto di proprietà e degli stessi organizzatori e partecipanti della gara a non vedersi sanzionati.
Crediamo che questa situazione da Far West debba finire una volta per tutte. La proposta che facciamo è quella che venga convocato al più presto un tavolo presso la Prefettura per esaminare tutti i problemi relativi all'utilizzo dei fuoristrada, alla presenza di tutti gli enti coinvolti nelle autorizzazioni oltre al Corpo forestale dello Stato, dalle Competenze alla vigilanza, e per arrivare ad avere una regolamentazione chiara ed univoca del sistema delle autorizzazione necessarie per lo svolgimento delle gare e manifestazioni.
Crediamo anche che sia necessario un incontro tra le varie realtà piacentine, associazioni di fuoristrada, motoclub, ass.ambientaliste per approfondire la situazione e trovare soluzioni condivise, pensando ad esempio a possibili percorsi correttamente autorizzati e tracciati con tutti i crismi, in aree non vietate e non sottoposte a vincoli che potrebbe essere una soluzione al problema .
Lo abbiamo già scritto, restiamo assolutamente contrari all’uso dei fuoristrada, moto ed auto, in barba alle leggi, sulle nostre bellissime montagne ed i nostri fiumi e torrenti, siamo invece convinti che gare e manifestazioni lecite e possibili, se progettate su adeguati tracciati di viabilità ordinaria, possano diventare invece un esempio ed invito alla correttezza sia per quanto riguarda la guida, secondo il codice della strada, sia per quanto riguarda l’uso del territorio, secondo le norme di prescrizione forestale, il PTCP, le norme paesaggistiche ed il buon senso.
Laura Chiappa -Legambiente
Claudio Ghelfi -Fipsas