I lavoratori edili dell’Emilia Romagna non hanno più tempo per aspettare. La crisi del settore sta producendo livelli di disoccupazione inediti per la nostra regione. Siamo ormai al quinto anno di crisi del settore ed ancora non arrivano risposte adeguate ad affrontarla.
“È ovviamente importante il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, ma ciò non è risolutivo del problema prioritario che stiamo vivendo. La vera emergenza si chiama lavoro. Senza lavoro non c’è futuro, ma neanche presente, senza lavoro sono messi in discussione i fondamentali della democrazia, senza lavoro non c’è coesione sociale e ovviamente non c’è sviluppo economico” così commenta Marco Carini, segretario generale della Fillea Cgil che sarà presente con diversi delegati piacentini allo sciopero a rovescio di Bologna del 31 maggio.
A questo punto Fillea, Filca e Feneal Emilia Romagna ed i lavoratori disoccupati edili pretendono delle risposte e degli interventi. Per questo a partire dalle ore 9,30 di venerdì 31 maggio i lavoratori disoccupati e cassintegrati del settore si recheranno in via Galeazza a Bologna (Casteldebole), presso la Casa delle Associazioni, ed eserciteranno il diritto costituzionalmente riconosciuto al Lavoro. Con questa iniziativa, a cui ne seguiranno delle altre a livello regionale, si intende dimostrare nei fatti che il lavoro da fare c’è, che i lavoratori disponibili ci sono e vogliono essere parte attiva, che le risorse ci sono perché la grande maggioranza dei comuni e delle amministrazioni locali dell’Emilia Romagna hanno disponibilità finanziarie che potrebbero essere utilmente impiegate.
Fillea, Filca e Feneal dell’Emilia Romagna chiedono di avviare, senza più rinvii, un programma generalizzato di manutenzione dell’edilizia pubblica e delle infrastrutture accompagnato da un programma di manutenzione e messa in sicurezza del territorio. Se questo significa forzare il “Patto di Stabilità” chiediamo ai nostri amministratori un atto di assunzione di responsabilità rispetto alla drammatica situazione sociale che si sta determinando nel nostro territorio che, se protratta ulteriormente, non potrà non avere delle ripercussioni gravissime e non tutte prevedibili.
Domani mattina i lavoratori edili disoccupati occuperanno uno spazio pubblico e lì eserciteranno il proprio diritto al lavoro. Lo faranno per rivendicare un diritto costituzionale e per dimostrare che il lavoro c'è e che non sono più disposti ad aspettarlo.