Nonostante un governo ballerino, nonostante le infinite incertezze sul futuro, c'è ancora chi ha voglia di festeggiare e sperare. Così ha dimostrato la Pro Loco di Castel San Giovanni durante la conferenza stampa di uno dei maggiori eventi musicali dell'anno in terra piacentina, il cinquantesimo anniversario dei Nomadi, dal 1963 simbolo della musica italiana, grazie a brani entrati nel folclore nazionale, come Io Vagabondo, Un Pugno di Sabbia e Dio è Morto, nonché il secondo gruppo musicale più longevo della storia, secondo solo ai Rolling Stones.
La terza tappa del tour 50 Anni Nomadi toccherà domenica 2 giugno proprio il bellissimo parco di Villa Braghieri, biblioteca comunale di Castel San Giovanni, un prezioso edificio di 23 stanze risalente al XVIII secolo.
I cancelli apriranno al pubblico alle 15, mentre il concerto partirà alle 21. Nell'attesa, il personale della Pro Loco offrirà la possiblità di assaggiare i prodotti della cucina locale, grazie all'allestimento di numerosi stand all'interno dell'area verde della Villa.
L'evento avrà luogo in occasione della Festa della Repubblica, un modo per esaltare un clima che sarà di grande festa, speranza e solidarietà, dal momento che i proventi della serata andranno a beneficio della Pubblica Assistenza Val Tidone-Val Luretta che, per una lieta coincidenza, spegnerà quel giorno venticinque candeline. I soldi verranno investiti nell'acquisto di una nuova ambulanza, mentre la vecchia verrà donata a un ospedale pediatrico senegalese. Quale miglior modo per festeggiare un simile evento, dunque, se non con i Nomadi, una delle band maggiormente coinvolte nel sociale?
La formazione del tastierista Beppe Carletti, unico punto fisso dei 23 elementi che si sono susseguiti nei suoi 50 anni di storia, è infatti fra i maggiori attivisti per la pace e la solidarietà. Questa stessa storia è raccontata nel libro che Carletti ha da poco pubblicato Io Vagabondo, 50 anni da Nomadi, autobiografia che ripercorre le esperienze del gruppo filtrate dalla personale lente del suo irremovibile tastierista.
Grazie soprattutto al nutrito fanclub, la band dagli anni Novanta è attiva in diverse parti del mondo con aiuti nei confronti di popolazioni bisognose, grazie ad un contatto diretto con personalità come Arafat, Fidel Castro o il Dalai Lama, che i Nomadi hanno avuto l'opportunità di conoscere nel 1994 a Bologna, in occasione di un tour per l'Italia intrapreso dal Nobel per la Pace tibetano.
Due anni prima, nel 1992, due terribili lutti colpirono la band, che perse il bassista Dante Pergreffi e lo storico e portentoso cantante Augusto Daolio, ma la fatalità non impedì loro di ripartire, dando inizio ad una serie di iniziative a sfondo umanitario che hanno toccato ogni parte del mondo, dalla Palestina al Madagascar, fino ad arrivare a Cuba e Cile. Proprio dal Sud America, i Nomadi hanno peraltro attinto un'interessante esperienza musicale, quella degli Inti Illimani, gruppo folk cileno che fu esiliato in Italia dal 1973 al 1988, a causa della dittatura di Augusto Pinochet. Questo legame della formazione sudamericana con l'Italia è alla base della “liaison” fra i due gruppi, culminata in un viaggio in terra cilena, dove Nomadi e Inti Illimani condivisero un palco nel 1993.
Non è tutto, la morte di Daolio portò due giornalisti, Stefano Ronzani e Fausto Pirito, a indire nello stesso anno il primo Tributo ad Augusto Daolio, concorso musicale che va al di là della semplice competizione musicale. Giunto ormai alla ventitreesima edizione. Nel 2012, il denaro vinto dal primo classificato Franco Battiato è stato infatti devoluto da quest'ultimo all'associazione Sangha onlus (www.sangha.it) per favorire l'edificazione di una città-monastero buddista nei pressi di Pomaia, piccolo centro abitato sulle colline pisane che già ospita il Centro di studi Mahayana “Lama Tzong Khapa”.
L'evento di Villa Braghieri sarà dunque una grande occasione per ripercorrere la strada musicale fatta fin qui, il cui ultimo capitolo in studio risale all'anno scorso e si chiama Terzo Tempo, un nome che da solo ne simboleggia il contenuto. Infatti, con l'abbandono del microfono da parte di Danilo Sacco (cantante subentrato nel 1993 ad Augusto Daolio) un piacevole vento di novità è arrivato dall'ugola del neoarrivato Cristiano Turato. Già nell'ambiente indie-rock con i Madaleine, il nuovo frontman ha fornito da subito un notevole apporto compositivo, scrivendo 4 dei 10 brani del disco, brani che si allontanano leggermente dal classico sound “nomade”, che viene mantenuto invece dal resto delle composizioni.
In una cornice fornita dai festeggiamenti della Pubblica Assistenza di Castel San Giovanni, l'intera kermesse sarà caricata di una grande forza simbolica, un senso di riscatto e rivalsa destinato a non spegnersi mai.