Come tutti i grandi atleti, visti da vicino fanno davvero impressione: sembrano ancora più forti e più possenti di come appaiono in tv o in foto. Vale per gli sportivi "umani" e vale anche per gli animali. Quando ci si trova di fronte un levriero da corsa, di quelli su cui si scommettono migliaia di euro nei cinodromi inglesi, si capisce subito di avere a che fare con un animale particolare, con un fuoriclasse. La differenza tra i campioni su due gambe e quelli su quattro zampe sta tutta nello sguardo: i primi, più o meno strapagati, sono delle star; i secondi sono tristi. E ne hanno tutte le ragioni: corrono finché vincono, cinque, sei anni al massimo, poi vengono soppressi perché diventano solo un peso economico per gli allevatori.
L'altro giorno chi passeggiava per le vie del centro di Piacenza ha avuto la possibilità di incontrare una decina di splendidi greyhound (levrieri da corsa) a spasso per la città con i loro padroni. O meglio, i loro nuovi padroni: quelli che per tramite dell'associazione Gaci (Greyhound Adopt Center Italy) hanno deciso di adottare questi ex campioni della corsa destinati a morte certa.
Si chiama “passeggiata levriera” ed è un'occasione informale per far incontrare le famiglie che hanno fatto questa scelta di vita: una scelta impegnativa ma estremamente gratificante. Sabato pomeriggio, nonostante la pioggia, sono stati tantissimi i piacentini che in piazza Duomo si sono avvicinati per accarezzare questi splendidi animali, docili e buoni ma tutt'ora, nonostante siano in pensione come corridori, maestosi ed elegantissimi.
Occasione per far incontrare padroni di levrieri adottati, dunque, (e a Piacenza sono una quindicina di famiglie, ognuna delle quali ha almeno due greyhound in casa) ma anche per far conoscere la realtà dell'associazione.
«Ci occupiamo di adozioni di levrieri rigorosamente adulti, inglesi da corsa o spagnoli da caccia, ormai dal 2002» spiega Samantha Longeri, piacentina, volontaria Gaci e padrona insieme al marito di due meravigliosi ex corridori. E prosegue: «Ce ne occupiamo da quando l'associazione è nata per far fronte al fallimento del cinodromo di Roma e alla contestuale esigenza di trovare una casa a 370 greyhound da corsa rimasti di fatto senza occupazione e quindi destinati a un futuro quantomeno incerto».
Da allora l'associazione, con sede a Modena e composta esclusivamente da volontari non retribuiti, si è sviluppata tantissimo e oggi opera a livello internazionale, dall'Irlanda alla Spagna, recuperando animali maltrattati o destinati all'eutanasia (nel migliore dei casi, visto che in certe zone della Spagna la morte per questi cani è tutto tranne che dolce) e trovando loro famiglie adatte ad accoglierli.
«C'è chi ci accusa di essere troppo rigidi nei criteri di selezione dei futuri padroni – dice Samantha – ma il nostro obiettivo non è certo portare in Italia levrieri a tutti i costi ma individuare sistemazioni che siano adeguate, padroni che siano convinti». E c'è da dire che, al di là dell'amore per gli animali e la dedizione di cui ha bisogno ogni essere vivente, questi ex campioni di velocità, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, sono tranquillissimi e non hanno bisogno di muoversi più di altri cani di taglia ben più ridotta. Probabilmente nella loro vita di corridori si sono già mossi più che abbastanza, tra allenamenti e gare, e quello di cui hanno bisogno oggi è una casa e padroni affettuosi. Tant'è che una delle poche ma tassative condizioni poste dal Gaci riguarda proprio il divieto assoluto di far tornare di nuovo questi levrieri, da corsa o da caccia, alle loro vecchie attività per le quali venivano sfruttati: non possono più gareggiare in alcun modo, nemmeno a livello amatoriale.
Per contatti: www.adozionilevrieri.it