Crisi economica, sempre più immigrati scelgono di tornare nei paesi d’origine

“Ritornare, volontariamente. Per ricominciare. Il rimpatrio volontario assistito in Italia e la rete Rirva”. Questo il tema del convegno che si è tenuto questa mattina nella sede dello SVEP in via Capra. Un incontro per discutere di uno scenario ben poco conosciuto e che forse molti non pensavano nemmeno esistesse: il ritorno in patria dei cittadini precedentemente immigrati in Italia. Effettivamente molti stranieri giunti in Italia per rifarsi una vita, ad un certo punto desiderano tornare. E per aiutarli nelle operazioni di ritorno entra in gioco la Rete Rirva.

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Per il migrante il ritorno volontario assistito si traduce nella possibilità di ricevere un supporto logistico e finanziario per l’organizzazione del viaggio di rientro e la reintegrazione sociale e lavorativa nel proprio paese di origine. Realizzati in Italia sin dal 1991, i programmi di Ritorno Volontario hanno sostenuto nel corso degli anni migliaia di migranti. Dal 2009, in attuazione alla Direttiva Europea Rimpatri 2008, che invita a privilegiare il ricorso al RVA piuttosto che quello Forzato nella gestione dei flussi migratori, i RVA si realizzano con il co-finanziamento del Fondo Europeo per i Rimpatri (FR) e degli Stati Membri dell’UE.

In Italia Autorità Responsabile del FR è il Ministero dell’Interno, Dipartimento Libertà Civili ed Immigrazione, Direzione Centrale Servizi e l’Immigrazione. Il FR co-finanzia sia le azioni di Rimpatrio Forzato, attraverso il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, sia i Rimpatri Volontari Assistiti, attraverso bandi annuali rivolti ad organizzazioni, associazioni, ONG, enti locali, ecc., per l’attuazione di azioni di sistema.

Questa mattina allo SVEP si è appunto parlato di questo. Tra i relatori Daniela Bolzani, Referente operativa territoriale Antenna Regionale RIRVA: “Nel 2012 sono stati un migliaio i migranti assistiti dalla RIRVA, e prevediamo lo stesso numero anche per il 2013. Un incremento notevole rispetto a qualche tempo fa quando si parlava di 300-400 persone assistite all’anno. Quest’anno abbiamo a disposizione un badget di 4 milioni di euro, soldi che vengono impiegati per finanziare un adeguato reinserimento del migrante nella propria terra di origine: dal biglietto dell’aereo, fino alla casa, passando per l’istruzione dei figli e l’avvio di un’attività imprenditoriale”.

Quali sono i motivi che spingono un migrante a tornare in patria?

“Sono tanti, sicuramente quello più attuale è la crisi economica. Proprio così. Siamo arrivati al punto che i cittadini immigrati realizzano che vi sono maggiori opportunità nelle proprie terre d’origine piuttosto che qui in Italia, e così vogliono tornare. A volte siamo noi stessi che lo consigliamo: vediamo un migrante che vive per strada, ci rendiamo conto che potrebbe avere uno stile di vita più dignitoso nel suo Paese”.