Il 23 dicembre 2012 ci fu una rissa tra italiani e marocchini, in tutto una quindicina di persone, in pieno centro a Fiorenzuola. Un italiano fu ferito gravemente ad una mano: i medici riscontrarono serie lesioni ai tendini dovuti ai colpi di una mannaia, una di quelle utilizzate dai macellai per spezzare le ossa degli animali da trattare. Altri due riportarono ferite meno gravi. Da quel fatto i carabinieri avviarono le indagini: i militari scoprirono che non si trattò di una rissa nata per futili motivi come si pensava, bensì di una vera e propria spedizione punitiva messa in atto dai marocchini verso gli italiani.
Queste le premesse. Una sera in un locale del capoluogo valdardese una barista, moglie di uno dei marocchini, raccontò di essere stata pesantemente importunata da tre italiani, due fratelli e il figlio di uno due. Proprio il padre ci andò giù pesante arrivando anche a colpirla. La donna, italiana, chiamò il marito che a sua volta radunò cinque suoi amici, anche loro marocchini. Questi cercarono e trovarono il gruppo di italiani e regolarono i conti. Il marito della barista sfoggiò anche una mannaia e con essa colpì la mano di uno dei rivali. L’esito delle indagini è stato comunicato oggi dal comandante dei carabinieri di Fiorenzuola Emanuele Leuzzi. Due marocchini sono stati individuati e si trovano ora agli arresti domiciliari. Si tratta di un 27enne e di un 34enne, marito della barista, accusati di concorso in lesioni gravi, porto e detenzione di oggetti atti all'offesa. Gli altri partecipanti sono stati tutti denunciati. I due fratelli italiani hanno invece 47 e 48 anni, il figlio 25 anni. E’ proprio il giovane ad essere rimasto vittima del colpo di mannaia: pur non prendendo parte alla colluttazione ha tentato di difendere il padre e così facendo è rimasto gravemente ferito.