ll presidente dell’Ana al comandante delle Truppe: “Credo nei nostri alpini”

Piacenza, 11 maggio 2013. Dopo la pioggia che venerdì ha bagnato l’arrivo della Bandiera di Guerra del 1° reggimento di artiglieria da montagna, il sole ha scaldato la 2^ giornata dell’86^ Adunata Nazionale degli Alpini.

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Giornata caratterizzata dagli incontri e dai saluti, più o meno ufficiali, iniziata poco dopo le 10.30 all’interno del Palazzo Gotico, dove un commosso Presidente Perona, accompagnato dalle Autorità civili e dal Comandante delle Truppe Alpine, Generale Alberto Primicerj, ha salutato gli Alpini delle Sezioni estere e le delegazioni IFMS (International Federation of Mountain Soldiers), mentre all’esterno risuonavano le note del “Trentatre”.

Alle 15, all’interno della Cittadella degli Alpini, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale Claudio Graziano, ha ritrovato per un abbraccio i suoi ex Alpini che, nel 1993, lo avevano accompagnato in Mozambico, nell’ambito della missione ONU “Albatros”; un’esperienza unica, rimasta indelebile nella mente e nei cuori di tutti coloro che vi presero parte.

Un momento particolare, inusuale per chi non conosce le Penne nere: un Generale, la massima carica militare dell’Esercito, che si commuove, stringe le mani e brinda con quelli che lui stesso definisce semplicemente “i miei ragazzi” non è cosa di tutti i giorni, ma succede solo all’Adunata. E’ lo spirito Alpino, che fra l’altro ha fatto sì che dieci anni dopo l’Associazione costruisse nel Paese africano un collegio femminile, un centro nutrizionale di accoglienza per bambini sottonutriti e un centro di alfabetizzazione e promozione della donna; impegno che è continuato e che nel 2013 si è concretizzato con la donazione di una sala radiologica che sarà donata all’ospedale di Monapo.

“Sono molto contento di essere qui oggi, da Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, dopo aver servito molto tempo nei reparti Alpini, soprattutto in quell’emozionante avventura che è stata l’operazione Albatros” esordisce il Generale Graziano “in un momento in cui in Italia ci sono delle difficoltà e dei problemi oggettivi, tutti noi dobbiamo lavorare con rigore e sobrietà ed essere qui riuniti per trasmettere i valori che ci hanno portato in Mozambico, i valori della solidarietà umana e dell’aiuto alla gente meno fortunata, è anche un messaggio di ottimismo per tutto il Paese”.