Manca poco alla Grande Adunata degli Alpini, un evento che coinvolgerà tutta Piacenza e parte della sua provincia.
Le strade della città, i negozi, i balconi, sono tutti imbandierati. Ovunque si girino gli occhi si vede un tricolore per salutare le penne nere che a Piacenza celebrano la loro 68esima Adunata.
LE ORIGINI – Per risalire alla prima Adunata, in realtà una commemorazione, si debbono sfogliare gli almanacchi fino al 1920 quando si svolse il primo raduno spontaneo nel Vicentino, sul Monte Ortigara, per ricordare una delle pagine più tristi della storia di questo corpo.
La sanguinosa battaglia, combattuta tra il 10 e il 25 giugno 1917, vide impegnati 22 battaglioni di Alpini contrapposti alle forze Austro-Ungariche. Furono oltre 12mila le perdite italiane e per questo l’ Ortigara venne ribattezzato “Calvario degli Alpini”.
Poco più di tre anni dopo, nel settembre 1920, circa duemila persone si riunirono spontaneamente per onorare le vittime del combattimento.
Da allora, ogni anno, si svolge questa Adunata che ai giorni nostri ha assunto anche i colori di una grande e bella festa popolare.
LE ADUNATE DEL PASSATO – Torino e Trieste hanno ospitato entrambe 6 edizioni dell’ Adunata, seguite da Roma e Genova con 5. Anche città del Sud Italia, come Catania o Bari, ne hanno ospitata una. Napoli addirittura 4.
Una curiosità è relativa all’ Adunata del 1935, in pieno periodo fascista, che si svolse in Libia.
Dal 1941 al ‘47 fu interrotta per il secondo conflitto mondiale e anche nel ‘50 non venne celebrata a causa della concomitanza con il Giubileo.
Quella del 2013 è la prima adunata ospitata a Piacenza ma è la settima in Emilia-Romagna, dopo quelle di Bologna del 1933 e del 1969, Modena nel 1978, ancora Bologna nel 1982, Reggio Emilia nel 1997 e la più recente svoltasi a Parma nel 2005.
QUELLE DEL FUTURO – Solitamente la città che ospiterà l’ Adunata lo viene a sapere con due anni di anticipo. Proprio a Piacenza si terrà il consiglio dell’ ANA, l’ Associazione Nazionale Alpini, che stabilirà la città ospitante dell’ edizione 2015.
In lizza L’ Aquila e Udine ma già si delineano altre città “pretendenti” per le prossime edizioni, tra queste anche Milano, probabilmente nel 2019.
Si sa già che a Piacenza, domenica prossima a conclusione della manifestazione, il sindaco di Pordenone, Claudio Pedrotti, ritirerà dalle mani di Paolo Dosi la “Stecca” che segna il passaggio di consegne tra la città che ha appena ospitato e quella che ospiterà l’ Adunata successiva, nel 2014. Lo scorso anno l’ allora sindaco, Roberto Reggi, la ricevette dal suo omologo di Bolzano, città ospitante nel 2012.
GLI ALPINI – Sono orgogliosi del loro corpo e guai a chiamarli “ex Alpini”, è una grave offesa. Si è Alpino a 20 anni e lo si è per tutta la vita e con lo stesso spirito di servizio ma anche con la stessa goliardia che li ha contraddistinti durante la naja, ci si mette al servizio della Nazione, anche quando non si è in servizio effettivo tra le fila dell’ Esercito. E’ ben presente nella nostra regione il grande contributo che gli Alpini, appartenenti a gruppi di Protezione Civile, hanno dato in occasione del terremoto.
IN GIRO PER PIACENZA – Li abbiamo visti, per nulla spaesati e in un caso un po’ brilli, come un gruppo di penne nere di Genova, gironzolare per le strade della città, alla scoperta del posto migliore dove mangiare o bere.
Abbiamo fatto una capatina al quartier generale dell’ Adunata, la Casa Cantoniera ANAS all’ inizio di via Cremona. L’atmosfera era quella di un “caos ordinato” con gli addetti a rispondere puntualmente ad ogni richiesta circa i trasporti ferroviari, le sistemazioni logistiche ed altre necessità anche se non strettamente pertinenti l’ organizzazione, come quella di una signora che si lamentava del fatto che al bar gestito dal figlio, in centro, fosse stato concesso solo uno spazio grande quanto uno stallo per il parcheggio per poter ospitare tavolini e sedie. Troppo poco secondo l’ esercente che è stata dirottata a fare le sue richieste a chi di competenza presso il Comune.
Sesto Marazzi, tra una telefonata e l’ altra, ci parla dei tanti piacentini che ancora in tanti vengono a richiedere le bandiere per l’ addobbo dei loro balconi tra questi abbiamo incontrato Luigi Fugazza da Travo: è venuto a rifornirsi per la seconda volta di vessilli tricolore dopo che i primi sono spariti dopo essere stati esposti.
Ci spostiamo in centro: accanto a un bar in Piazza Cavalli fanno bella mostra di sé, due megacisterne da oltre 15 mila litri, destinate a contenere birra. Poco più avanti, in via Sopramuro e in piazzetta Plebiscito c’è il villaggio dell’ Adunata che pian piano prende forma.
In piazza incontriamo le prime penne nere e abbiamo già le prime sorprese: un Alpino che viene dalla lontana Sicilia, da Catania per l’ esattezza. Ci tiene a precisare che gli Alpini siciliani, in particolare quelli messinesi della Batteria Masotto, il cui sacrificio è ricordato nella città dello Stretto con un monumento di fronte al mare, sono stati anche i primi a ottenere la medaglia d’oro al valor militare. Tra i protagonisti del romanzo autobiografico “Centomila gavette di ghiaccio”, che ricorda l’ epopea alpina nella Seconda guerra Mondiale, il capitano della 26ma batteria è proprio di Catania, e tanti altri sono gli Alpini siciliani per i quali, come per tutti del resto, l’ essere Alpino è uno stile di vita.
Un comune denominatore che unisce Nord e Sud. Si è Alpini per sempre e si è orgogliosi di esserlo. lo abbiamo sentito ripetere più volte nel corso delle nostre interviste fatte per strada.
Durante la realizzazione di una di queste veniamo distratti da un rombo e dall’ avanzata di un particolare mezzo meccanico, si tratta di un “mulo meccanico”, utlilzzato negli anni '60 in sostituzione degli animali in carne ed ossa. Si tratta di un mezzo a tre ruote motrici, realizzato in 200 esemplari di serie. Quello che abbiamo visto in Piazza Cavalli, tenuto in eccellente stato e ancora perfettamente funzionante, sfilerà nel corso della lunga parata di domenica.
Concludiamo la nostra passeggiata, breve ma che ci ha già consentito di respirare il clima dell’ Adunata, in via IV Novembre, nel parcheggio di fronte al Cheope.
Una mega tensostruttura è pronta per ospitare il villaggio che si animerà con migliaia di penne nere che mangeranno, berranno e naturalmente canteranno cori alpini. Un’occasione di lavoro anche per 50 piacentini che opereranno all’ interno della struttura come camerieri e baristi e che nell’ Adunata vedono un’opportunità per fare qualche soldino in un periodo di crisi.