“Perché alle feste paesane suonano sempre gli stessi o gruppi che vengono da fuori?” Se lo chiede Stefano Pastorelli, chitarrista dei Flowers – band di Fiorenzuola – e apre un dibattito in rete che potrebbe essere esteso a tutto il Piacentino o molti altri ambiti, oltre alla musica. Infatti nella miriade di commenti, arrivati dopo il lungo sfogo, oltre ai tanti musicisti di band locali d’accordo con il suo pensiero, intervengono anche persone che lavorano nella pro loco oppure che fanno parte dell’amministrazione comunale. Insomma, un tema che apre molteplici riflessioni, dagli spazi in cui trovare espressione alle modalità con cui vengono organizzate certi eventi.
“A Fiorenzuola continuiamo a fare feste paesane dove, di gruppi Fiorenzuolani neanche l'ombra, questa volta addirittura arriva Daniele Ronda, con i soldi che prende, si poteva sistemare qualche buca in giro per le strade e chiamare 3 o 4 gruppi che a Fiorenzuola ci vivono!”. Inizia così, senza tanti giri di parole il post su Facebook e non poteva che scatenare il dibattito, che va ben al di là della cittadina della Valdarda.
“Capisco che a volte si chiamino band da fuori, perché ci deve essere anche un ritorno economico. Ma alle poche feste in programma a Fiorenzuola i gruppi locali non hanno possibilità di valorizzarsi sul proprio territorio”, ha spiegato ai microfoni di Radio Sound. E ha poi portato l’esempio del suo gruppo: “Abbiamo fatto un disco ad ottobre e, ad oggi, abbiamo suonato a Firenze, Novara, Parma, Piacenza più volte ma a Fiorenzuola non abbiamo mai avuto la possibilità” ha detto, sottolineando che “a questi eventi si ha più visibilità. La gente mangia, beve, sente il gruppo e se gli piace compra il disco. Sarebbe importante anche per chi non ha ancora fatto un disco. Purtroppo il paese è vecchio perché la mentalità è vecchia”. E il suo pensiero si spinge oltre, toccando pienamente la politica: “Chiamare a lavorare alle feste persone del posto, magari che un impiego non ce l’hanno, li aiuterebbe. E’ una riflessione generale: se non ci si aiuta su tutti i fronti, dalla crisi non se ne esce”.
Ma Pastorelli, nel segnalare senza peli sulla lingua il cronico problema per le band locali, ha fatto i nomi di alcuni musicisti che invece le date le trovano, eccome, sul territorio. Oltre a Daniele Ronda, che dopo la svolta folk è richiestissimo, anche quello dei Cani Sciolti. Ma Matteo Magni, leader della band da anni sulla cresta dell’onda, a sorpresa non ha biasimato il giovane musicista, anzi, ha offerto una opportunità ai suoi colleghi in erba: “Amici musicisti. E, perché no, compaesani. Ho un tour estivo denso di appuntamenti in giro per mezza Italia. Perché non mi contattate in posta privata con delle proposte?” ha scritto in risposta al post. E poi, quando gli abbiamo chiesto cosa pensasse della critica sollevata da Pastorelli ha ribadito il concetto, aggiungendo: “Sono d’accordo. Tutti siamo stati giovani e con un momento di bisogno, di essere ascoltati. In ogni lavoro, non solo la musica – ha spiegato – e se nessuno ti dà un aiuto non ce la fai”.
Ora in tour con il progetto di teatro canzone, quindi con molte possibilità di “dare un aiuto a chi vuole essere ascoltato”, Magni ha lanciato la proposta di farsi avanti a chi fosse interessato a collaborare con lui, ricevendo già decine di offerte: “Si, in posta me ne sono arrivate tante. Non ho parlato volutamente di gruppi spalla, perché sono contrario a chi si esibisce gratuitamente”. E poi ha tenuto a ribadirlo, come monito ai giovani musicisti: “Ho sempre preso la musica come un lavoro e gli artisti devono farsi pagare. I gestori dei locali guardano solo al loro tornaconto, per questo c’è bisogno di piazze. Così, per quanto mi è possibile, sono felice di invitare i gruppi che si proporranno per collaborare nelle serate che ho in programma”.