Corteo dei Cobas, Arafat: “I confederali non fanno l’interesse dei lavoratori”

AGGIORNAMENTO –  “La lotta di classe non ha confini siamo tutti clandestini”. Questo uno dei tanti slogan scanditi dai circa 100 partecipanti al corteo dei Si Cobas di questo pomeriggio. A sfilare lungo le vie del centro soprattutto migranti e lavoratori del polo logistico. Il serpentone si è poi concluso di fronte alla Prefettura dove il sindacato è tornato a protestare contro il foglio di via che ha colpito il leader del Si Cobas Aldo Milani. Un corteo che ha rimarcato negli slogan e nelle intenzioni la propria estraneità alle logiche dei sindacati confederali portando la lotta per i diritti dei lavoratori su un piano più ampio, con una forte critica al modus operandi di Cgil, Cisl e Uil. “Oggi non è un giorno di festa, ma di lotta” ha dichiarato Roberto Luzzi  dei Si Cobas.


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Festa del Primo maggio disgiunta, per il sindacato Si Cobas, che a Piacenza – come nel resto delle città italiane – non ha partecipato alle manifestazioni indette dai confederali (Cgil, Cisl e Uil). Da sempre in contrasto sulla linea da seguire per rappresentare i lavoratori in questi tempi di crisi, a Piacenza lo scontro si è fatto via via più aspro con le lotte portate avanti dal sindacato di base ai cancelli di alcune importanti aziende del polo logistico (Tnt, Gls e, da ultima, Ikea). Ma la Festa dei lavoratori verrà onorata in città dai Cobas, che nel pomeriggio scenderanno in strada con un corteo, che partirà come di consueto dai Giardini Margherita alle 1.30 e poi attraverserà il centro storico. Tre i punti che animano la manifestazione: “L’accordo fatto dai sindacati e Ikea con una delibera che fa diventare i dipendenti degli schiavi. Siamo in piazza per celebrare la giornata di festa ma senza dimenticarci i fogli di via della Questura, emessi contro gli attivisti politici o i lavoratori che hanno protestato nei mesi scorsi” ha spiegato il delegato Mohamed Arafat, che ha poi aggiunto: "Gli altri sindacati, Cgil, Cisl e Uil non fanno l'interesse dei lavoratori, con accordi che ci fanno tornare indietro agli anni '70".