A quasi un anno dalla tragedia che scosse la Valdarda, e non solo, approda oggi nelle aule di giustizia di Piacenza il brutale omicidio di Kaur Baldwinder, la 27enne di origini indiane trovata in Po, a Isola Serafini, il 27 maggio del 2012. Abitava con il marito e il figlio di cinque anni a Baselica Duce, comune di Fiorenzuola. Dal giorno successivo al ritrovamento del cadavere è stato rinchiuso nel carcere delle Novate proprio marito 37enne Kulbir Singh, anch'egli indiano. Il quale inizialmente ha negato tutto, poi ha ammesso il delitto («l'ho strangolata con un foulard») e oggi a quanto pare non ricorda più nulla. «Amnesia psicogena» l'hanno definita gli avvocati difensori Mauro Pontini e Wally Salvagnini sulla base della relazione dello psichiatra di parte Corrado Cappa. E proprio per chiarire la natura di questa amnesia gli stessi legali che assistono l'imputato questa mattina, giorno della prima udienza preliminare, hanno fatto richiesta di rito abbreviato subordinato a una perizia psichiatrica che ponga un punto fermo sulla capacità di intendere e di volere di Kulbir Singh al momento del fatto (che risale verosimilmente al 14 maggio 2012, data della scomparsa della vittima) ed eventualmente sulla sua capacità odierna di stare in giudizio.
Il pubblico ministero Antonio Colonna, già titolare delle indagini svolte dai carabinieri di Fiorenzuola, non si è opposto alla richiesta dei difensori e il giudice Gianandrea Bussi ha nominato come periti gli specialisti Filippo Lombardi e Laura Braga (come “testista”) chiamati a ricevere formalmente l'incarico e dunque a giurare nel corso della prossima udienza fissata oggi per il 6 maggio.
E sempre nell'udienza di oggi c'è stata la costituzione delle parti civili: l'avvocato Gianmarco Lupi in rappresentanza dei famigliari adulti della vittima, ovvero papà, mamma, fratello e sorella. Per i genitori ha già formalizzato una richiesta di risarcimento pari a due milioni di euro mentre per i fratelli un milione e mezzo. L'avvocato Antonella Fiorani, invece, si è costituita in rappresentanza del tutore del bambino, ovvero il Servizio sociale del Distretto di levante del l'Ausl la cui responsabile è Natalia Gallini. Un bambino che oggi di fatto è senza genitori: la mamma è morta e il papà è in carcere con l'accusa di averla uccisa. Una tragedia nella tragedia che questa mattina era ben visibile negli occhi dei parenti, arrivati a Piacenza da Borgo San Lorenzo, Toscana, dove abitano da tempo. Non deve essere stato facile per loro trovarsi di fronte, dopo un anno, l'uomo che avrebbe barbaramente ucciso la loro Kaur. Occhi bassi e manette ai polsi, l'imputato non ha proferito verbo né durante l'udienza né durante i trasferimenti nel palazzo accompagnato dagli uomini della Polizia penitenziaria. Nemmeno i parenti hanno detto nulla: sofferenza e rabbia vissute con una dignità e un rispetto per le istituzioni che molto avrebbero da insegnare a tanti italiani che purtroppo si trovano nella stessa situazione.