“Venite a trovarmi. Una grappa per gli uomini e un fiore per le donne e conoscerete la generosità degli alpini”. Parola di Ivano Martinelli, che da tredici anni è l’apripista dell’Adunata nazionale degli alpini, che andrà in scena a Piacenza dal 10 al 12 maggio. Ieri il ferrarese, trapiantato a Torino, è arrivato nella nostra città, nella zona verde di via Madre Teresa di Calcutta e ha già catalizzato l’attenzione. Con il suo camper attrezzatissimo, con ampia veranda, tavolone per mangiate di massa e tutti i tipi di generi alimentari, Ivano accoglie chiunque lo vada a trovare, gli offre un caffè chiedendo: “Corretto grappa?” anche se è mattina oppure apre una bottiglia di vino. Lui, artigliere alpino classe 1945, è sempre la prima penna nera ad arrivare da tredici anni. “La mia famiglia lo sa. Quando c’è l’Adunata io mi prendo venti giorni, vado nella città in cui si svolge e mi sento finalmente libero” ha spiegato in mattinata. Il senso della manifestazione, che porterà in città dalle 300 alle 400mila persone, è molto semplice: “Vogliamo portare la voglia di vivere. Siamo un corpo militare ma vogliamo solo fare festa e non certo portare guai”. Lo dice perché sa bene, come gli è già successo, “che qualcuno all’inizio si lamenti prima per paura di disagi – ha spiegato – ma anche quello che non è disponibile al momento, poi diventa meglio degli altri. Non abbiamo secondi fini, solo bere un vino o una grappa in compagnia e per le donne un fiore, finché non finiscono”.